Si può vivere una vita senza seguire stupidamente le mode, senza mangiare da Mc Donald’s, senza tv come oggetto di desiderio, senza calcio sette giorni su sette, senza Mediaset, senza chiese, partiti, club privati, circoli radicalchic, senza giornali e telegiornali di regime, senza presenzialismo ossessionato, senza Pacchi Striscia e le Iene, senza dipendenza da oggetti e persone, senza cervello omologato, senza dover fare sempre quello che fanno tutti “perché lo fanno tutti”, senza amicizie e amori di interesse che non ti lasciano nulla, senza allargare le braccia dicendo “si è sempre fatto così”, senza mai cambiare idea (ma senza anche cambiarla troppo), senza far pesare sugli altri i nostri problemi, senza curarci dei loro giudizi, senza posticini e lavori di merda per rendere favori di merda e senza la voglia di essere per forza i numeri uno, i vip, i migliori, quelli più toghi, fighi ma apprezzando con mente e cuore aperti tutta la bellezza che resta?
Credo proprio di sì.
E cosa resta? Vi chiederete. Tanto, molto di più di quello di cui si priva. L’energia di fare, la musica, le buone amicizie, le bellezza, la scrittura, l’essere sempre sognatori, i viaggi, i tramonti e le albe, i libri, gli amori, la poesia, il buon vino, il gesto del fantasista, il farsi sorprendere, le idee, i sorrisi che restano impressi, un lavoro che ti appassiona, il darsi agli altri senza chiedere nulla, il lasciare un segno, senso di libertà e leggerezza che tutto questo porta.