Turisti o viaggiatori?

È difficile capire cosa si è quando si va in giro per il mondo.

Mentre attendo la chiamata per il mio volo sono alle prese con questo storico dilemma. Non è mai facile capirlo: sono nato turista, anzi sicuramente, e diventato nel tempo un po’ più viaggiatore.

La differenza tra le due figure è che il viaggiatore è un temerario amante dell’avventura disposto a fare le cose più strane non senza fatica e problemi, senza storcere il naso, mentre il turista è il classico frequentatore dei posti scontati, Starbucks o Hard Rock, sale stampa degli stadi, banali villaggi o crociere. Ma forse anche qui sbaglio.

Ci sono mete da turista e mete da viaggiatore? la differenza la fa la mentalità, non tanto il mezzo o il luogo. Quindi l’apertura mentale e, più in generale, di tutti i sensi, il modo con cui ti approcci a luoghi e popolazioni così da poterne catturare l’essenza e le cose più difficili da afferrare a prima vista. Ogni qual volta riusciamo a cogliere qualcosa di strano, di diverso dalla guide ufficiali, un’emozione nuova o a scoprire un aspetto differente siamo viaggiatori e non turisti.

Viceversa, siamo semplici turisti quando ci limitiamo a essere degli utenti finali, a consumare le risorse di un posto, a ricalcare sentieri già battuti, a fare cose scontate, a non sopportare un minimo di fatica, a non cambiare strada, spostandoci da un punto ad un altro senza prenderci la briga di comprendere quanto accade intorno a noi.

Non abbiamo il tempo. Per noi turisti conta il luogo alla moda, il raccontare che eravamo là, il tag, la foto. Magari non ci resta proprio nulla ma, come dico sempre, la foto conferma che abbiamo vissuto anche se in realtà non è stato così. Con l’anima eravamo altrove.

Molti confermano la loro esistenza dalla foto e dal feedback sociale, senza il quale ciò che fanno (pensano) non ha valore. Vivono nella continua ricerca di conferma e approvazione, più che nella condivisione di un’emozione. Chi se ne frega se ti fotografi col calciatore o col vip che fa la tintarella? Cosa vuoi raccontare? Che, forse, sei un vip anche tu o tu te lo puoi permettere?
Meglio che ci facessi vivere un panorama unico, un posto sperduto, un personaggio tipico…..

Quindi non aver mai timore di fare cose non scontate e di vivere ogni esperienza con innata curiosità. È una filosofia, la stessa che mi porta a prendere queste decisioni.

Risparmiare, lavorare, non buttare soldi poi prendere-decidere-partire in due giorni, valigia leggera e cd per ogni evenienza. Mollare gli ormeggi e vedere cosa succede altrove, senza stare a pensare a orari, voli,a  come ti vesti, cene eleganti e liste, problemi e difficoltà… Unico imperativo: niente riposo. Godersi un fine 2012 movimentato e all’insegna dalla movida spagnola, scappando dalla malinco-noia per poi tornare più carico che mai, cercando di colmare il tuo gap tra turista e viaggiatore.

Poi possono accadere (anzi, accadono sempre) le sorprese. Incontri amici e amiche che non vedi da tempo oppure fai semplicemente nuove amicizie come mi capita spesso. Oddio, cose nuove. Cose impensabili per tanti. Tanti miei concittadini non viaggerebbero mai all’avventura o con estranei perché è impensabile non aver certezze: gli amici che vedono per mesi e mesi o 20 kg di bagaglio firmato in modi che non ti manchi nulla…
Noi abbiamo imparato a ridurre.

Guardavo con curiosità il popolo dei vacanzieri che si preparava al volo Ryan Air di oggi. Un grande spettacolo di umanità a partire dalla fila. Chiedevo all’immaginario cagliaritonto al mio fianco perché mi dovesse toccare quando stava in fila, perché mi superasse, perché urlasse nel conversare, perché conversando al cellulare mi informasse sui fatti suoi, perché avesse gli occhiali all’interno della zona aeroportuale….
E poi mi chiedevo perché le persone avessero timore di dividersi dal proprio fottuto bagaglio in cappelliera per metterlo due file avanti e perché due persone che si posizionavano al posto 8 e 35 per esempio si mostrassero quasi dispiaciute per questa lontananza, come che si stessero lasciando nella scena finale strappalacrime di Titanic.

Tanti piccoli aneddoti che fanno di qualcuno un viaggiatore assorto nei pensieri e nel silenzio dei due sogni, di altri dei semplici e rumorosi turisti che, quando incrociamo, ci obbligano a rinchiuderci nel nostro insano autismo sociale di musica e libri.
È il nostro modo di porci nei confronti del viaggio che ci definisce. È quello che cerchiamo nel viaggio che esprime la nostra appartenenza a una delle due categorie.

È sempre una questione di scelte. Se da una esperienza (spesso unica) non vogliamo niente altro che divertimento, cazzeggio, comodità, convenienza, foto e ore da trascorrere crogiolandoci al sole, luoghi classici e scontati, allora possiamo essere sicuri che siamo turisti. Non avremo bisogno di sfide o sentieri nuovi, per convenienza, comodità, divertimento o ignoranza vedete voi.

Altri sono però alla ricerca di qualcosa di più complesso e difficile; colmare le distanze e aprire la mente. Vedere le cose, viaggiare per cambiare, avere stimoli e sensazioni diverse. Nuove chiavi di lettura del mondo e forse di noi stessi.

Magari non le troviamo, ma almeno le andiamo a cercare.

E nella ricerca, cresciamo un po’.

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