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Un sabato al litorale di Gonnesa

Il litorale di Gonnesa è la Riccione del Sulcis. La sensazione è che la macchna del tempo si sia accesa e come per magia abbia tenuto fermo e immacolato questo luogo alla fine degli anni 90. Lontano da tutto e tutti. E le persone sono sempre quelle.
Da Gina il menù è cambiato: i generosi primi piatti, i tranci di tonno carlofortino e i sontuosi crudi di mare son stati sostituiti da soluzioni veloci, panini e hamburger, anche se va a ruba l’unica pasta con frutti di mare nel menù e una generosa teglia di cozze.
I turisti, pochi, si muovono disorientati tra una folla solo locale.
Il karaoke non è ancora partito e la musica in sottofondo è quella della classifica dell’estate che inonda gli avventori del Sapore di Mare che si godono la brezza di mare e ogni tanto volgono lo sguardo alla spiaggia dove i più temerari si godono questo sabato a due passi dalle onde.
In un tavolo una ragazza con una maglia nera prova a muoversi.
“Il suono delle tue risate
Il primo giorno di una nuova estate
Ho voglia di fare tardi la sera
Karaoke Guantanamera” mentre una giovane mamma spupazza la figlia, stanca e sonnecchiante, in braccio.
Nel piccolo litorale sulcitano sono lontane le auto di lusso e vip, i jet set e i ritrovi patinati sostituiti da generose utilitarie rateizzabili guidate da famiglie allargate con figli incollati agli smartphone, coppie anziane che si godono la musica da lontano con sguardo nostalgico e signore che si gustano ogni patatina intingendola con saggezza nel ketchup.
Alla paninoteca da Giada il personale vestito di nero sforna panini con salsiccia e wustel ma anche carne di cavallo. “Diffidate delle imitazioni”, c’è scritto nel cartello sul marciapiede. Forse c’è tensione con l’altro paninaro, il Rainforest, il cui outfit è tutto verde e lo schermo spara Estate di Jovanotti mentre un ragazzino con tatuaggio vistoso e lo sguardo furbetto recupera una birra e chiede un panino con salsiccia ben cotto. Welcome to Plage Mesu, c’è scritto, ma nessuno qui parla inglese.
“Metà ketchup e metà maionese, sono
12 euro”.
Il karaoke di Sapore di Sale è partito con un timido applauso e una canzone dei sempreverdi Litfiba che un tempo nella provincia sarda facevano derby con Vasco Rossi. Poi arrivò la dance di Corona e Gigi d’Ag, ora il reggaeton. Chissà cosa fosse meglo.
«Acqua e sale mi fai bere….» e ancora altra musica italiana. Roberto e Anna, sposi da poco, si dividono il microfono tra gli incitamenti degli amici del tavolo 12.
Un cartello ricorda le destinazioni: no, non ci sono NY, Barcellona, Mosca, Oslo o Tokio ma Carloforte, Nebida, Sant’Antioco, Masua. Troppo lontano quello che si chiama resto del mondo, e chissà se poi davvero siano interessati, qui a Gonnesa, nella Riccione del Sulcis, a raggiungerlo.