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Tre giorni fantastici a Malta: giorno uno!

Malta, perchè no? Ryanair, nelle sue destinazioni da Cagliari propone la bella isola a un tiro di schioppo dalla Sardegna. L’offerta è gustosa: bagagli esclusi, 9,90 a tratta. Malta, dove già son stato nel 2014, partendo però da Bergamo e alloggiando a Sliema. Un nuovo viaggio pensato e organizzato davvero in pochi giorni, come oramai è consuetudine, cercando di sistemare gli impegni di lavoro. Un domenica-mercoledì che significherà tre notte e tre giorni intensi, con arrivo serale e ripartenza sempre in serata!

aeroporto di Cagliari

Tante gente si affolla sui gate dell’aeroporto di Cagliari: la domenica sera, dopo un weekend al caldo di casa, è il momento per tanti sardi di rientrare in continente, così si dice, dopo aperitivi, cene, foto al mare e tag per far invidiare gli amici nordici sui social. Studenti, imprenditori, lavoratori, tutti ingessati nel loro outfit perfetto, Il sonnecchiante aeroporto di Elmas diventa più vivo del solito: file, disordine, caos, caffè e aperitivi si sprecano in quelle ore prima che tutto si riaddormenti. Qualcuno compra una maglia del Cagliari nello store Adidas, qualche altro cerca un vino o un dolcetto tradizionale – a prezzi assolutamente alti – negli store, pochi turisti disorientati cercano informazioni, altri ancora si addormentano nelle scomode sedie dell’attesa, attaccando i loro cellulari alle prese Usb.

Al Gate 1A, uno dei primi come si accede al grande hangar partenze, c’è di strano che parte anche il volo Ryanair per Malta. Di solito, alla compagnia irlandese vengono relegati i gate 16 o 18, i più lontani, nel piano terra. La fila non è prevista, esistono assembramenti casuali di persone che bisogna identificare come partenti per Pisa e Malta. Dove ti devi accodare? parte lo studio sociologico: chi può partire per Malta a fine febbraio? Chi per Pisa? E poi, ancora, quali persone saranno nella fila priorità? Una famiglia di romani e un altro gruppo di rumorosi sardi che discutono di priorità, file e di orari d’arrivo mi indica la giusta strada: questa sarà la mia fila!

Il volo dura un’ora e venti, direzione Sud, lambendo l’Africa. A bordo si vendono cibi e bevande calde e fredde con la voce femminile metallica che accompagna i passeggeri nella scelta del menù. Lo steward, verso metà della traversata, chiede l’attenzione: “È un momento molto importante, una grande notizia”, e il cuore comincia a battere. Terrorismo? Problemi al motore? Atterraggio d’emergenza? Quei secondi passano infiniti. “Dobbiamo annunciarvi che il volo sta procedendo secondo programma, il tempo è buono, arriveremo a La Valletta in perfetto orario. Ed ora… un momento fantastico – sale ancora di più l’attesa in cabina – comincia la vendita dei gratta e vinci”. Sospiro di sollievo. Al costo di 2 euro potete vincere i biglietti in palio da Ryanair e soprattutto aiutare i bambini dell’ospedale Gaslini di Firenze. L’hostess diventa una soubrette – volevo scrivere Valletta ma in un volo per Malta proprio non ci sta – accompagnando la promozione del collega con una passeggiata lenta e armoniosa nella corsia centrale, mostrando con orgoglio i pezzi di carta che potrebbero far diventare ricchi i vincitori. I passeggeri, assuefatti dall’orario serale e dalle luci basse, si svegliano dal torpore. La presentazione fa colpo: il gruppo di sardi, che prima aveva acquistato derrate alimentari e bevande quasi presagisse un atterraggio di emergenza in qualche località lontana dal mondo, producendo profumi da peggior cucina inglese, si accorda per comprare almeno una decina di biglietti, chiedendo uno sconto comitiva. C’è complicità in quella trattativa tra loro e lo steward e il siparietto diventa interessante. Sonnecchio e guardo la scena incuriosito. Alla fine pare che i biglietti siano diventati almeno quindici, ma un altro colpo di sonno non mi fa conoscere l’esito della lotteria a bordo.

Peaceville Malta

FINALMENTE MALTA!

Le luci della Valletta dopo il buio del Mediterraneo di notte anticipano l’atterraggio brusco del pilota che fa scattare l’applauso dei passeggeri, sballottati ma già pronti ad afferrare le valigie e scendere prima possibile. In aeroporto, oltre alle curiose scritte in maltese – una lingua derivante dai dialetti del Maghreb che mette assieme anche parole italiane, siciliane, francesi e inglesi ma scritta in caratteri latini – c’è da passare il controllo passaporti e greenpass attraverso postazioni fisse che sembrano le cabine dei vecchi quiz di Mike Bongiorno.

L’addetta alla sicurezza ha una camicia azzurra, il simbolo della società per cui lavora, una faccia gentile, parla un inglese facile facile e sorride. Mi licenzia con un “buona permanenza” prima di autorizzarmi alla ricerca del taxi. Sono quasi le 22 e non c’è bisogno nemmeno di fare troppe trattative: tutto è organizzato bene. Si prenota l’auto in un box all’interno dell’aerostazione, con un cartello che indica destinazioni e prezzi relativi. Per St Julien, dove c’è l’albergo, costa 22 euro. La tipa consegna un cartellino al tassista in attesa con scritta a penna la destinazione, tutto si svolge con un ordine quasi inatteso. Ricordavo in passato trattative in inglese e arabo italianizzato per evitare salassi proprio all’arrivo. Nulla di tutto questo. Il taxi è un pulmino Mercedes da star, comodo e silenzioso e scivola via dallo scalo per affrontare luci della notte maltese. Non ricordavo si guidasse a destra. Superstrade illuminate e veloci superano sobborghi, case diroccate, periferie che sembrano aver appena subito un bombardamento, toccando poi ville in stile Beverly Hills, palazzine del gusto nord africano e ancora grattacieli illuminati e palazzi in costruzione. Questa è Malta, tutto e il contrario di tutto. Peaceville, St Julien, la mia destinazione, è il quartiere del peccato. Appena lasci il taxi su Triq Santu Wistin alzi il naso e vedi megaschermi attaccati a grattacieli, centri commerciali, discoteche, night club, ristoranti, centri massaggi, lounge bar, Mc Donald’s multisala e sushibar. I bar sono aperti fino a tarda notte, pub irlandesi e club musicali si nascondono a St. George’s Road, oltre ai bar esclusivi presso Portomaso Marina. Non mancano ancora ristoranti di curry e di dim sum, nonché caffè libanesi oltre al Bay Street Shopping Complex include negozi di gioielli di pizzo e filigrana tipici maltesi e la sala giochi Multimax. Più vicino ci sono casinò e hotel di lusso. Tutto raccolto in pochi isolati dove Malta offre una delle sue anime. Ma basteranno cinque minuti di camminata per trovare un’altra isola, ben diversa e forse ancora più interessante. Quella caotica e disordinata e più vicina alle latitudini africane.

L’albergo è a due passi dall’incrocio fatato di Peaceville. Trenta euro a notte, una bella stanza confortevole con wifi che funziona (strano ma vero!), bagno agevole, mega-schermo escluso colazione, che non prenoto più da tempo. Le colazioni in albergo sono dei banchetti mascherati, un momento in cui, preso dall’emozione del viaggio, ti abbuffi con mix inverosimili e imbarazzanti. Non farò anche stavolta un piatto con uova strapazzate, bacon, prosciutto, marmellata e fetta di torta, no!

Nella hall il receptionist non mostra particolare empatia con i nuovi arrivati. Ti aspetteresti la classica frase in inglese, qual è il tuo nome, posso avere i documenti, invece lui alla domanda “ho una prenotazione” risponde con un asettico e veloce “sì, ho salvato la registrazione”. Attimi di disorientamento, cerco di capire, ma poi tutto si riordina nel giro di uno scambio veloce di frasi, evitabile nell’economia della discussione. Quando il tuo interlocutore parla un’altra lingua ti immagini sempre cosa potrebbe dire, e questo ti aiuta a tenere una onorevole conversazione e difenderti. Stavolta no, è uscito fuori dal campo delle ipotetiche frasi e quando salgo in stanza ho il dubbio che sia un italiano che parla volutamente in inglese quando sente altri italiani.

CENARE TIPICO MALTESE

antipasto maltese

Sistemata la borsa, è il momento di cercare un posto per cena. Camminando scopro che c’è una spiaggia vicino all’albergo, St George, e la sola vista di quel mare di notte, la vicinanza con l’Africa, la poesia del Mediterraneo, mi riporta a una dimensione più suggestiva di Malta.

Malta non dorme mai, basta aprire una app sul cellulare per accorgersi che in zona c’è qualsiasi tipo di scelta per cena: sushi bar, ristorante tipico, pizzeria, fast food, libanese, cinese. Tanto italiano, in tutte le sue forme. A fiuto, con l’intuito del viaggiatore, passeggio attorno al carnevale di luci da insegne e mega-schermi, col sottofondo della classica deep house con bassi profondi da aperitivo. Triq Santa Rita è un passaggio pedonale in salita, una scalinata che taglia il cuore della notte, tra offerte di un drink gratis se ne prendi uno a pagamento, signorine dall’aspetto tutt’altro che rassicurante che ti offrono l’ingresso ai gentleman’s club – recensiti come luoghi di sicuro spillamento di soldi sulla carta e sesso solo col binocolo – e volantini affissi che raccontano che la mafia rumena gestisce i locali e perciò, cari turisti, “state attenti”.

Poche anime in giro, la sera non è proprio primaverile. Lo stomaco chiede attenzione. Ma perchè in viaggio abbiamo sempre fame? Ho letto qualcosa della cucina maltese e, come per il resto, sarà un mix tra inglese, arabo e del meridione d’Italia. La ricordo così, senza particolare enfasi. E loro gli ricordo mai troppo dinamici. Il più vicino ristorante tipico si chiama Gozitan ed è pure ben recensito. All’ingresso un tipo vestito con un improbabile abito da sicario ti accoglie. Dentro c’è una solo tavolata di studenti italiani dai tratti nordici. Il personale non è particolarmente entusiasta di avere altri clienti a quell’ora. Capisco pure loro, specie di una domenica senz’anima, lontana dal caos estivo. Perchè questi luoghi, nella bella stagione, saranno sicuramente un’arena e la vicinanza di mega hotel e residence, in costruzione o chiusi per pausa invernale, la dice tutta sul turismo a Peaceville. Frotte di persone che affolleranno ogni angolo, a qualsiasi ora, alla ricerca di qualsiasi divertimento ed eccesso.

Il menù rispetta pienamente le influenze in cucina. L’antipasto maltese è ricco di sapori, ma non invitante nella presentazione: un piatto che va esplorato e capito. C’è il zalzett, la tipica salsiccia maltese aromatizzata al coriandolo; olive, capperi, gbejniet ovvero formaggio di pecora o capra; bigilla patè di fagioli locali da spalmare sui galletti, i tradizionali cracker maltesi salati che sembrano appena usciti da una qualsiasi confezione da supermercato del Mulino Bianco. Anche il vino locale, un Cabernet Sauvignon di cui non ricordo la marca, non risulta particolarmente entusiasmante.

Nel menù l’elemento essenziale è il coniglio: la cucina maltese è contraddistinta infatti, oltre che da profumi di erbe aromatiche della macchia mediterranea e similitudini con quella italiana, da vari piatti col coniglio. Leggevo che il più noto fosse il-Stuffat tal-Fenek “stufato (spezzatino) di coniglio“. Il coniglio selvatico è una specie autoctona a Malta, la stessa che si trova in Sicilia, Corsica, Sardegna, Elba e isole minori. Durante i primi anni della dominazione dei Cavalieri di San Giovanni, la caccia fu vietata. Molti maltesi continuarono nelle loro usanze per senso di ribellione, tra queste l’arte venatoria. Nel diciottesimo secolo ci fu la consacrazione a piatto nazionale, quando i Cavalieri liberalizzarono la caccia. Negli anni del divieto, le colonie di conigli selvatici si riprodussero in modo incontrollato e fu introdotta la tecnica di allevamento del coniglio domestico, importata dai Cavalieri francesi. Così, il prezzo di questa carne si abbassò tanto e diventò il pasto più accessibile per il popolo. Ecco allora lo Stuffat tal-Fenek con ingredienti ortaggi e spezie caratteristici dell’isola maltese. Quindi aspettatevi sempre tanto coniglio che a me, non so perchè, non piace proprio! 🙂

Il Gozitan tenta di essere tipico ma lo frega probabilmente la zona ultraturistica, costellata di alberghi, locali e residence che quando sono chiusi hanno un aspetto un po’ funereo e lasciano spazio a personaggi e movimenti poco raccomandabili. Il servizio è onesto ma non troppo entusiasmante, il prezzo assolutamente giusto (30 euro a testa per antipasto, secondo, acqua, vino e gelato). Sarà per l’ora, sarà per la stagione, ma potrebbero dare di meglio.

C’è stanchezza nell’aria. Nel taccuino però, segno la prima esperienza fatta: cucina tipica locale. Forse basta e avanza. Ma chissà. Al rientro, riprendendo ancora il cuore di Peaceville, le discoteche hanno acceso i motori, c’è il Footlose già pieno, e i Gentleman’s Club provano ad attirare qualche cliente in cerca d’amore. La notte non si ferma a Malta, nemmeno nei periodi più strani dell’anno. Ci son gli studenti, ci sono i ragazzi. La prima sera però niente esplorazione. La stanchezza sale. Meglio rientrare e preparare primo vero giorno a Malta!