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Nicola Pirina, l'innovazione fatta a persona

Quando parli di innovazione non puoi fare a meno, in Sardegna, di una persona che molti conoscono e che più di tanti, con iniziative e progetti, interpreta questa tensione. È Nicola Pirina, si occupa di sviluppo locale con una società. Una chiacchierata su progetti, iniziative ricordando l’appuntamento di lunedì in Fiera.

– Nico, cosa significa per te essere un innovatore e come provi a parlare di innovazione in giro per la Sardegna?

È essere attore e fattore della e per la cultura del cambiamento nell’isola. L’economia dell’innovazione richiede tante azioni: sulla creazione di nuova impresa innovativa, sulla formazione, sulle consulenze, sulle pubbliche amministrazioni dal livello regionale in giù ed in su, quindi che siano azioni di evangelizzazione, che siano progetti, che siano consulenza, che siano eventi, che sia volontariato, continua ad essere necessario, comune per comune, andare a smuovere le riflessioni dei sardi sulle varie necessità ed opportunità che  nuovi scenari mettono sul piatto di tutti. E sottolineo di tutti.

Chi si ferma è perduto, non è più tempo – ammesso che lo sia mai stato – di lamentele e piagnistei. Bisogna agire il cambiamento e fare innovazione senza permesso.

La Sardegna è terreno pilota per le human and social antifragile backbond network, qui già lo studiamo e pratichiamo, vedi il caso www.sardex.net per intenderci, recentemente recensito anche sul Financial times. Qui abbiamo già compreso che i territori sono e possono essere azionisti di sé stessi. Non dobbiamo permettere che, come in passato, siano altri a pensare ed agire il nostro futuro. Siamo e dobbiamo essere noi gli artefici dei cambiamenti che riteniamo necessari e sostenibili. Questa è e deve essere la terra della cultura generativa, non estrattiva.

– Il tuo slogan è “avanti tutta”, lo ripeti spesso: cosa significa questa espressione per te?

È il mio grido di battaglia, è perché sono indomito e tale voglio restare, è perché ho energia anche per chi ne ha meno, è perché mi piacerebbe spingere ancora di più il sistema di un’isola che potrebbe essere quel che oggi ci fanno immaginare non possa essere.

Mi piacerebbe che molti facessero proprio questo spirito, questa grinta e che aiutassero me e gli altri attori del cambiamento possibile in questa battaglia per la cultura del cambiamento, ma ricordo anche che il mio storico payoff è “conoscenza è libertà“.

Le due cose non sono slegate: abbiamo realmente bisogno della competenza e dell’energia di tutti. Sarà una Sardegna migliore, ce lo meritiamo, lo dobbiamo alle generazioni che seguono

– Qual è il giusto compromesso tra innovazione e tradizione? E quanto pensi sia importante parlare di innovazione alle giovani generazioni che forse hanno da imparare anche i concetti fondamentali della società prima ancora che un approccio così avanzato, per quanto entusiasmante?

Le tempistiche incideranno su ogni cosa, bisogna essere reattivi. La tradizione è fondamentale, va curata e trasmessa, studiata e coltivata, ma non si può avere attenzione alla storia senza un serio progetto per il futuro. Le due cose vanno di pari passo.

Il mondo che rappresenta e produce la tradizione sa che dovrà fare sempre meglio quanto già difende e spiega al mondo (tutti guardano con grande attenzione ed ammirazione le tradizioni sarde), sa che dovrà applicare software e hardware per fare meglio qual che già fa e per produrre quel che non fa, differenziando senza intaccare le qualità artistico manuali.

Le nuove generazioni hanno una marcia in più e hanno già compreso la velocità che devono seguire, la loro, come è giusto che sia. Quel che serve è contaminarsi, essere aperti, hanno da imparare ma anche da insegnare, hanno energia ed intuizioni. Io credo fortemente nella loro capacità di finalizzare un nuovo modello di società che noi ora stiamo solo immaginando e spingendo affinché la società non si areni nel pantano in cui è finita.

– Progetti fatti, bilanci e progetti in programma?

Le cose più belle devono venire, ma non posso anticipare nulla. Alcuni spin off da parte di qualche big che sto curando personalmente. Posso dire che ne vedremo delle belle nel 2016, sia come eventi, che come azioni per la cultura dell’innovazione che come nuove iniziative nei territori. Ora abbiamo il 2 ottobre a Venezia la finale di www.cniscitille.it concorso nazionale voluto dal Consiglio nazionale degli ingegneri che è addirittura andato meglio della prima edizione, quindi sono ancor più fiducioso per la terza. Ricordo che dal 10 al 18 ottobre www.sardegna2050.it organizza per il secondo anno di fila la Sardinia code week, dedicata all’evangelizzazione digitale per ogni fascia d’età. Poi dal 23 al 25 ottobre a Cagliari al Teatro Massimo, ci sarà Mitzas, il festival internazionale di sarde sull’economia dell’innovazione, quest’anno davvero di grande spessore. Senza dimenticare che sto seguendo con molto interesse il coworking di Hub/Spoke di via Roma, un gruppo di ragazzi davvero interessante!

– Torniamo un attimo indietro. Come sta procedendo il discorso degli ambasciatori digitali?

Debbo dire a rilento ed a macchia di leopardo. Chi ha potuto ed ha avuto tempo si è mosso in maniera quasi sempre coerente ed intelligente a favore della propria comunità. Noto ritardo nel dialogo con le istituzioni, anche se da poco è stata fatta una riunione interessante al comune di Cagliari con l’Assessore all’innovazione Marcialis. Anche qui c’è davvero tanto da fare, servono energie e risorse, ci vuole tempo. Servirebbe maggiore deontologia e capacità d’ascolto, buone ed intensificate le relazioni e le azioni ponte tra l’isola e la penisola, siamo stati un buon benchmark per tutti gli altri ed abbiamo osservato con attenzione quel che è accaduto altrove.

– Lunedì appuntamento con un incontro importante, i big di Facebook Europa arrivano a Cagliari, cosa c’è da aspettarsi? Ci son ancora posti?

Intanto mi complimento con la comunità sarda dell’innovazione che ringrazio per aver risposto in maniera massiva, composta e compatta allo stimolo, a testimonianza del fatto che c’è spazio e voglia di iniziative di questo calibro. Mi aspetto almeno due cose: la prima, che nell’arco della performance di facebook emergano i temi tecnici che servono all’ecosistema sardo; la seconda, che tra il prima, il durante ed il dopo, tutte le persone che si avvicineranno, sfrutteranno l’occasione per fare rete, matching, business, per programmare altre iniziative. In fondo 1500 persone tutte del settore tutte insieme era da tanto che non si vedevano!

Il tutto è sold out da tempo, abbiamo comunque predisposto per i ritardatari interessati una postazione per la registrazione in loco, così da non lasciare nessuno fuori!

Ci vediamo lunedì in Fiera!