Festa della Repubblica. Com’è cambiato il tempo. Io, figlio di militare, che ho fatto il militare, che in queste giornate mi commuovevo davanti al tricolore, che ancora ricordo i brividi al Car di Macomer quando c’era l’inno e noi là, in schieramento, con le nostre divise rammendate e dalla vestibilità improbabile, a giurare per questa patria. Com’è è cambiato il mondo, e Tixi, e quanto quei concetti Dio, Patria, famiglia e pure calcio, quelle coperte calde che non andavano discusse ma prese e amate, stop, che avevi di default dalla nascita, siano state completamente rielaborate e ripensate col tempo. Non significa dimenticare o vergognarsi, i ricordi sono fantastici e quelle certezze non ti esponevano a domande complicate, ma semplicemente capire che per ogni idea ci vuole consapevolezza e tempo. Che non esistono ideologie e capisaldi, ma tutto si muove e non possiamo non tenerne conto. Se ce ne freghiamo siamo disonesti con noi stessi. Esperienza e anni. Allora sì che ogni idea puoi capirla, discuterla, sentirla viva. I viaggi, le chiacchierate, la musica, i dolori, le amicizie, i libri hanno rielaborato tutto. I concetti da parole d’ordine sono diventati contenuti da riempire e rielaborare in forme nuove.
Da patria a territorio ed Europa, da Dio a spiritualità, da famiglia ad affetto e origini. E soprattutto nessuna necessità di usare questi concetti come bandiere o nel continuo confronto noi/voi. Cambiamo e diamo a ogni idea significati nuovi e diversi.
Ho paura – lo ammetto – di chi pensa sempre le stesse cose dopo decenni e lo rivedi con gli stessi discorsi, lo trovo innaturale ma succede. Ho paura di chi non elabora significati alle parole. Ero sicuramente per un periodo della mia vita uno di quelli, e non possiamo sapere come si evolvano gli altri. E quanto al cambiamento, è normale: si chiama consapevolezza ed esperienza. La natura ce lo insegna. E ci pone di fronte sempre a domande e dubbi nuovi.