Ci chiamano cuori nella tempesta perchè siamo quelli insoddisfatti, ci considerano strani e asociali, odiamo il quieto vivere e le zone confort, le mode e i “si è fatto sempre così” e anche quando ci potremmo accontentare cerchiamo sempre nuove sfide a rischio caduta rovinosa e fallimento. Tocchiamo dolore e cuore con un dito rischiando di perdere tutto, nome, faccia e anima.
Così, per quanto stia innamorandomi spudoratamente di Milano, soddisfatto da un lavoro che mi piace e che mi riserva continue soddisfazioni, la Sardegna continua a chiamarmi e a tenere sempre vivo un sottile filo.
Questo weekend è un fuoriprogramma, dovevo essere a Parigi in teoria, ma diverse nuove collaborazioni a Cagliari e dintorni (quelli che per fortuna stimano le persone al di là dei luoghi dove stanno e la smettono di dire “ah, ma non ci sei mai”) mi hanno riportato qui ancora, per ascoltare nuovi progetti e come sempre riabbracciare amici vecchi e nuovi.
Prendere aerei e spostarmi per me è normale. Vivere fermo in un luogo ad aspettare gli eventi sarebbe la fine.
Così ho avuto il piacere di cenare con Marco Benuccii, conosciuto ai tempi della disco e ora consigliere comunale, che ha avuto (GRAZIE!) la pazienza di aspettarmi malgrado due ore di ritardo aereo. E ho notato, dopo una bella chiacchierata su Cagliari, i giovani, il futuro e le speranze, i sogni e i progetti, di essere ancora innamorato di Cagliari, di volermi come in passato impegnare sempre per la mia città e di non aver dimenticato la mia anima politica.
Perchè ci sono passioni che sono come la pelle, attaccate a te per sempre e comunque: la politica, la musica, la scrittura e per quanto provi a crescere, per quanto tutti ti consigliano di smettere, niente, ti restano.
Poi esci e un ragazzo ti chiedere pure una foto, credendoti magari un noto dj.
Poi riabbracci il mare di fine settembre, solitario e ventoso, perché tutto comincia e ritorna qui, davanti a un grande mare. Che sia qui, Barcellona, Milano, Dublino, non importa. Ho sempre un mare nell’anima e da poco pure tatuato nella pelle. E non dormo mai, specie in notti così, dove il rumore delle onde va a braccetto con i pensieri. #tixilife
Ps grazie a Tore Cattari e allo staff del ristorante Al Poetto per la pazienza e l’ospitalità