Una delle tappe meno preventivate di questo viaggio è stata oggi, il museo del comunismo, dove sono andato con tutta la curiosità di un amante della storia contemporanea. Un posto probabilmente snobbato dai più.
Dopo il classico percorso fatto di poster incomprensibili e illustrazioni inneggianti a leader politici e falce e martello, cimeli, busti dallo sguardo fulminante, oggetti e racconti del comunismo in Cecoslovacchia, è stato davvero toccante vedere il video. In dieci minuti raccontava un popolo lottare per la libertà, con dentro tanta violenza e tanta resistenza. Polizia, repressione, arresti. Immagini crude, forti e vi ammetto sinceramente che qualche lacrima è scesa pensando alle loro sofferenze e a quei volti che rischiavano la vita. Poi vedi oggi questo paese.
Vedi la sua gente che è la stessa che sfidava la polizia e i soldati russi in quella piazza comodamente famosa per lo shopping. C’era ancora qualche altra cosa da vedere. Ho salutato. Sono andato via dal museo con tante altre domande, un po’ più infreddolito del solito, pensando a quelle immagini, schivando volti e odori dell’ora di pranzo. Io e i miei perché.
Avevo forse ricevuto un bel cazzotto nello stomaco.