Dov’eravamo rimasti? Alla colazione di ieri, a Cork, direzione Limerick e le Cliffs.
Ho prenotato uno di quei viaggi turistici che con un pullmino ti fa girare alcune parti dell’Irlanda: destinazione ovest!
Si lascia Cork, la campagna irlandese comincia a circondarci con le sue poche case e il suo immenso verde.
Dopo un’oretta circa, lasciamo la statale e ci dirigiamo verso il mare: arriviamo Burren (o Boireann, terra rocciosa), una regione unica in Europa e nel mondo. Si tratta di un affascinante scenario, bizzarro e desolato, tra Corofin e Kinvara, vicino al golfo di Galway. Che bellezza!
Un immenso tavolato calcareo, spoglio di vegetazione, in cui la roccia si fissò 350 milioni di anni fa. Poi ci pensò 250 milioni di anni fa il movimento delle zolle sulla crosta terrestre che ha causato la frattura del pavimento roccioso, deformandolo nel puzzle attuale.
Curiosità? Fiori a profusione e piante alpine, mediterranee e artiche. Inoltre qui vivono animali e farfalle caratteristici dell’intera regione e spesso unici. Un ecosistema introvabile altrove!
Mentre ci avviciniamo la strada si fa stretta, i mezzi a stento passano, vedi case immerse in questo infinito di verde a due passi dall’oceano e ti chiedi: ma come vivrà una persona qui, in questo posto, lontano dal mondo? Cosa farà, cosa penserà, come saranno le sue giornate. È tutto infinitamente strano e curioso.
Camminare a strapiombo sul mare è una sensazione unica, sotto c’è l’oceano con le sue onde e i suoi vortici rumorosi e vien sempre la voglia di scorgersi un pochino. Ci sono le isole Aran di fronte, dei fantasmi in mezzo al mare.
Il vento non ti dà tregua e aumenta l’atmosfera già carica di emozione. Mi fermo un po’ ad osservare… A dopo.
Si riparte con qualche breve sosta. Io mi immergo nella musica. Scrivo e penso.
Ore 17, Limerick, scendo dal bus del tour, zaino in spalla. La stanchezza avanza come non mai. Niente fame: la colazione irish dura eccome.
Camminata a piedi, stazione. Biglietto del treno: alle 18 il treno per Galway, altra tappa perché domani ci sono le isole Aran. Un signore mi chiede una penna. Una bellissima ragazza irlandese mangia un pacco di patatine alla paprika, lascia poi il sacchetto a due passi e fugge via: forse si stava dimenticando il treno. Ore 18. La fila è lunga. Solo la voce di una tipa fa concorrenza alla sirena del trenino che lascia la città e affronta a viso aperto la campagna. Il treno strombazza incazzato mentre le case diventano sempre meno.
Ho preso un b&b sulla baia vicino al mare, ma ci sarà da fare mezz’ora di camminata dalla stazione. E poi domani altra sveglia presto, per vedere un altro posto fantastico. Insomma, non ci si ferma proprio.
Galway, baia a ovest dell’Irlanda. La brezza dell’oceano la riconosci da lontano: non è Mediterraneo, è oceano con quel senso di distanza e d’infinito che solo lui sa dare.
La stanchezza del viaggio e la distanza per il b&b, 2,3 km dalla stazione, è ripagata da una impareggiabile posizione vicino all’oceano e dalla struttura veramente graziosa. Mi accolgono come sempre con calore. Mr Nicola, stanza al piano di sopra. Si sale.
Salthill, un quartierino grazioso con le case e i giardinetti tipiche, un po’ decentrato ma dal sapore anglosassone. Quel che basta per riconciliarsi con la vita.
Doccia veloce, ricariche, un cambio e bello profumato vado in giro per addentare qualcosa. Scruto nei soggiorni dove l’intimità è violata dalle classiche finestrone che lasciano vedere tutto come se non ci fossero segreti. Il quartiere è tranquillo finché si anima di locali, pub, market aperti fino a tardi e casino.
C’è un pub anche per me, e un menu come sempre da studiare bene. Ma la fame è tanta…ecco la mia prima birra.
Per un attimo in questo pub di Galway mi sono venuti in mente gli splendidi anni dei circoli Aics a cavallo tra i 90 e il nuovo millennio, gli amici di sempre, quella bella musica hiphop che passava (prima c’era Regulate di Warren G), le mie prime apparizioni in consolle al Donegal e le feste a villa Tixi (estintori compresi). Che tempi ragazzi!
Baia di Salthill, si torna al b&b: un lungoceano di qualche chilometro poco illuminato che percorro tutto giocando a carte con i miei pensieri. La marea sale, una bella e infinita lotta tra acqua e terra che si ripete in ogni dove. Non mancano la classica pioggerellina irlandese e il vento. La giacca comprata da Pull&Bear ora si rivela provvidenziale. Tutto è calmo e tranquillo quasi non fosse reale e penso che basti poco per star bene: trovare il nostro posto nel mondo.
(scusate per qualche errore, ma non ho riletto nulla!)