E’ strano che in Italia ci si concentri più su una sparata di Grillo che su un problema reale, che non mi pare sia solo quello delle bufale su facebook ma di un’informazione (quella “ufficiale”) che non mi pare viva in uno stato di salute.
Senza scomodare la classifica sulla nostra libertà di stampa (lusinghiero 77mo posto nella classifica di Reporters san frontieres giusto per dirne una) pensate davvero che in Italia l’informazione sia in stato di salute, informi con correttezza e obiettività, sia un modello di onestà e imparzialità, controlli e non faccia sconti ai governi e non produca bufale? Pensare che ilfattoquotidaino sia il problema?
Quindi la sparata di Grillo (utilizzata in modo astuto per distrarre dalle questioni ben più delicate) non mi trova di certo d’accordo, chiarisco, i tribunali popolari impauriscono come i censori, e visto che esiste un terzo pensiero oltre al dibattito tra pro e contro, si sa mai che la concorrenza del web infastidisca il sistema informativo italico? Che si vogliano colpire anche e soprattutto le voci libere del web che non sono riferibili a nessuna testata eppure fanno un lavoro di informazione non indifferente? E perché continuo a ripetere, non si investe sulla crescita dei cittadini e sulla loro cultura e istruzione, sull’educazione digitale? Se non offri alle persone strumenti di conoscenza e difesa dalle bufale e dalla disinformazione ogni discorso cade.
Basterebbe davvero poco, ma pare che la colpa oggi sia solo di due parole di Grillo. Come da copione.
(Ah, dimenticavo, datemi pure del grillino stavolta)