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Chissà cosa avrà detto Dio a dj Fabo

Chissà cosa avrà detto Dio di Fabo dj. Magari avrà detto non è giusto decidere della propria vita, magari lo ha abbracciato lassù. Nessuno può saperlo. Io non lo so. Nessun credente nemmeno. Oppure dimostratelo. Dimostratemi di sapere.
Siamo ossessionati dal dover decidere per gli altri, dal sentirci sempre in grado di sapere cosa sia bene o male dentro le vite altrui, cosa sia peccato e cosa sia giusto.

Questo è rispetto per il prossimo? Questo è amore? Questa è carità? A me, che credo in Dio e nessuno può impedirmi di farlo o decidere il mio pensiero libero, sembra sempre e solo una grande ipocrisia.
Dio arricchisce, Dio non toglie. Dio eleva l’esistenza e ci permette di colmare il vuoto. 
Comprendere le sofferenze altrui è un modo per imparare ad amare. E amare è un sentimento che va oltre qualsiasi credo religioso.

Il mio 2 giugno

Festa della Repubblica. Com’è cambiato il tempo. Io, figlio di militare, che ho fatto il militare, che in queste giornate mi commuovevo davanti al tricolore, che ancora ricordo i brividi al Car di Macomer quando c’era l’inno e noi là, in schieramento, con le nostre divise rammendate e dalla vestibilità improbabile, a giurare per questa patria. Com’è è cambiato il mondo, e Tixi, e quanto quei concetti Dio, Patria, famiglia e pure calcio, quelle coperte calde che non andavano discusse ma prese e amate, stop, che avevi di default dalla nascita, siano state completamente rielaborate e ripensate col tempo. Non significa dimenticare o vergognarsi, i ricordi sono fantastici e quelle certezze non ti esponevano a domande complicate, ma semplicemente capire che per ogni idea ci vuole consapevolezza e tempo. Che non esistono ideologie e capisaldi, ma tutto si muove e non possiamo non tenerne conto. Se ce ne freghiamo siamo disonesti con noi stessi. Esperienza e anni. Allora sì che ogni idea puoi capirla, discuterla, sentirla viva. I viaggi, le chiacchierate, la musica, i dolori, le amicizie, i libri hanno rielaborato tutto. I concetti da parole d’ordine sono diventati contenuti da riempire e rielaborare in forme nuove. 

Da patria a territorio ed Europa, da Dio a spiritualità, da famiglia ad affetto e origini. E soprattutto nessuna necessità di usare questi concetti come bandiere o nel continuo confronto noi/voi. Cambiamo e diamo a ogni idea significati nuovi e diversi. 

Ho paura – lo ammetto – di chi pensa sempre le stesse cose dopo decenni e lo rivedi con gli stessi discorsi, lo trovo innaturale ma succede. Ho paura di chi non elabora significati alle parole. Ero sicuramente per un periodo della mia vita uno di quelli, e non possiamo sapere come si evolvano gli altri. E quanto al cambiamento, è normale: si chiama consapevolezza ed esperienza. La natura ce lo insegna. E ci pone di fronte sempre a domande e dubbi nuovi.