È mattina di sabato. Mi sveglio prestissimo, come poche volte ultimamente. Da un annetto, forse da quando è andato via papà o nelle settimane di sofferenza prima di quel giorno, tengo sempre inconsapevolmente la serranda alzata anche la notte.
È un rito che non ho mai capito perché e come è nato. È diventata abitudine, ed ora sono più le volte che faccio così che quelle, da normale e razionale persona, in cui l’abbasso. Forse voglio svegliarmi sempre con i primi raggi, forse aspetto qualcosa, forse questo rito vuol solo comunicarmi che qualcosa ogni giorno inizia. Una vita, un progetto, una speranza, una luce nuova, un sogno che deve tramutarsi in realtà.
Ultimamente non sto bene. Ho ridotto le uscite, ho rivisto la mia dieta, sto evitando qualsiasi cosa che possa danneggiarmi. Cosa ho? Bella domanda. È l’incertezza che ti scorre, il non sapere bene. Ieri sono andato da uno specialista. Serviranno altre analisi per capire il perché di questa situazione. Forse partirò fuori. Ho rivisto qualche programma, sto meditando qualche decisione per tenere la mente sgombra.
Spero sia solo una reazione ai miei ritmi. Ho passato un periodo di magia, in giro per l’Europa, a ritmi forsennati ed ora mi ritrovo a segnare il passo. Ma tornerò!
Qualcuno potrebbe chiedermi che senso abbia condividere queste cose personali. Ha un senso parlare e scrivere non solo quando la vita ti va bene, ma anche quando non gira per il verso giusto. La scrittura è esposizione a nudo delle proprie sensazioni e pensieri, positivi e negativi.
Diffido di chi va sempre a mille o vuole farlo credere per ritagliarsi un’area di infallibilità e superiorità.
Stamattina vado a correre. Mentre scrivo sono al colle San Michele, mi godo l’aria fresca del mattino, il primo sole, tuta da ginnastica, io come tanti, in un luogo dove il tempo pare fermarsi, rifocillato da una colazione in un bar qui vicino curiosando in discussioni vicine al mio cappuccino.
La città prende colore, lascia via via quell’alone mattutino e si rischiara. Apro lo sportello e comincio a correre.
Sopra di me un elicottero passa: giorno di protesta, manifestazioni in centro. Un’altra.