Nei ricordi d’infanzia le città erano vuote ad agosto.
Non trovavi anima viva. Le villeggiature duravano mesi, gli amici si perdevano di vista fino a settembre quando ci si raccontava di avventure lunghe settimane.
Oggi le città sono quantomai animate, con un particolare: gente chiusa nei centri commerciali per sentirsi viva, a fare acquisti per rompere la noia e l’afa (ma cosa avete sempre da comprare? Mi chiedo). Anime in pena, condannate al girone dantesco del carrello davanti.
Gente soprattutto perennemente incazzata. Guardate e parlate. Crisi, caldo, ferie, governo, malattie. Rabbia e depressione, ecco una faccia dell’estate.