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La Rambla, dopo il sangue

Volevo condividere con voi questa piccola emozione.
Questa è la Rambla e proprio qui qualche mese fa c’è stato un gravissimo attentato che ha ferito Barcellona e la sua anima. Non mortalmente perché la vita riprende.
È bello riabbracciare Barcellona, specie dopo quello che è successo.
Un pensiero alle vittime, anche oggi

Vivi e lascia vivere

Ha vinto lui, possiamo dirlo? Le stranezze nella spiaggia di barcellona sono tante e diverse ma sfuggono. Nessuno si sorprende più di tanto, le persone vedono tutto questo come normalità, non si allarmano, non strillano sui social, non fanno articoli sui giornali, così come è tollerata normalità farsi uno spinello in spiaggia o tracannare mojito venduto da ambulanti abusivi, ma se esageri sono dolori, la polizia qui, presente ovunque a controllare i maggiori luoghi di aggregazione, non fa sconti. Vige una sorta di tacito “vivi e fatti i cazzi tuoi”.
Pensare che a poche centinaia di metri da qui, nudisti e bagnanti – famiglie comprese – facciano il bagno gomito a gomito (o pisello a slip) fa capire il grado di libertà e libertinismo di questa città.
La cattolicissima Spagna, la sua storia, ha realizzato in pochi anni dalle restrizioni del franchismo un modello interessante di compromesso tra tradizione e libertà. Con le sue difficoltà e contraddizioni, aggiungo, perché crisi e precarietà sono presenti eccome, anche nella ricca Catalogna che prova a smarcarsi.

Spiaggia pulsante

A conferma che la spiaggia sia un cuore pulsante della città di Barcellona non un accessorio è quasi l’una e mezza e migliaia di giovani si riversano per giocare, ascoltar musica, bere e fumare o semplicemente sdraiarsi. Ci sono pure famiglie e bimbi. Perfino la pulizia del litorale, attraverso mezzi che filtrano la sabba e idranti, diventa un rito, la spiaggia si libera per mezz’ora, si alzano polveroni e qualcuno va sotto il potente getto a godere la frescura e farsi una doccia fuori orario. Tutto sotto gli occhi della Guardia Urbana lampeggiante e di altri giovani, tirati a lucido, che puntano veloci alle disco in riva al mare dove sono appena scaduti gli omaggi stando attenti ai ciclisti che ancora hanno energia da vendere.

Barcellona

La vita si riassume così: in un’ora di volo cambia clima, atmosfera, gente e sensazioni e ti ritrovi dalla metropoli milanese alla notte catalana che pare accoglierti oramai come se fossi un suo figli oramai acquisito. Dal rigore milanese al disordine anarchico di Barca dove la notte è appena iniziata, e si sviluppa tra fiumi di birra, angoli di sacchetti neri e umanità di ogni genere. Barcellona è il compromesso perfetto tra città e paese, anarchia e ordine, libertà e impegno, musica house e ritmo latino.

A casa di Biggi (appunti di viaggio a Barcellona)

Tra le frasi stupide che ci hanno insegnato c’era sempre quella, non dare confidenza agli sconosciti. Ripetuta finchè non diventava dna. Così siam diventati chiusi, sospettosi, abbiamo evitato persone, amicizie, occasioni e amori. E ancora oggi tanti hanno paura di ciò che non conoscono o si fidano dei giudizi altrui ed evitano di conoscere.

Lei è Biggi la proprietaria della casa dove starò qui a Barça. Lavora nel campo musicale con tantissimi artisti tra cui Manu Chao. E’ tedesca ma oramai è diventata catalana.
Mi riceve in questa bella casa antica nel quartiere Raval, mi offre del buon vino, ci raccontiamo.
La mia stanza è fantastica. I rumori della calle sono tutt’altro che un disturbo. Che dire? Comincia una nuova storia da #tixilife