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Viaggi e attentati terroristici (dopo la Rambla a Barcellona)

Ero a Copenaghen, ora sono tornato a Milano, probabilmente tra qualche weekend tornerò a Barcellona. Tre luoghi a rischio sicuramente più della spiaggia del Poetto.

Non cambio lo stile di vita a causa dei terroristi e di quel che è successo ben sapendo che con i viaggi e con la vita a Milano ho più possibilità di incrociare un attentato.

Questa guerra, attacco, furia, pazzia, è random e stare a casa sarebbe comunque impossibile. Non sai chi sono, chi colpiscono e quando, anche perché, mia riflessione, sono singoli e senza una regia, pazzi ed emulatori. Ci odiano, odiano il mondo occidentale, questo mi pare di averlo capito. Covano rabbia e rancore, si sono fatti ammaestrare bene. Non aiutano i media che mettono confusione nelle parole e nei racconti. Non devono fare drammaturgia buona per le massa ma scrivere SOLO quello che sanno. Questo non fanno. Furbi e sapienti. Con i sentimenti e il fluire delle notizie continue la gente normale che non ha strumenti di analisi e osservazione ma si limita a leggere titoli va in confusione e paura.

L’Isis si sta disfacendo, esplodendo, non ha più la forza propulsiva del passato, lasciando in giro schegge impazzite e guerriglieri di ritorno, assetati di vendetta. Cosa si dovrebbe fare? Cosa dovrei fare? Lo dico a chi sa tutto e ha già detto attacchiamoli, cacciamoli: io non ho soluzioni se non continuare a guardare e vivere.

Barra dritta: i musulmani nella loro generalità e religione con questi fatti non c’entrano e nemmeno i migranti (ma sia chiaro, la gestione dell’immigrazione è fuori controllo). Resto dell’idea che sono pazzi che usano la religione come scusa e spesso sono perfettamente inseriti nelle società di appartenenza. Che l’Isis si appropri dei gesti non vuol dire nulla. Rivendicazione postuma. Marketing. Questo significa che è molto difficile comprendere e sapere quando e dove. Sono stati nella multietnica Francia e son volati nell’accogliente Barcellona. Significa che poco frega dell’accoglienza.

Analizziamo i fatti per quello che sono, questo significa evitare di farsi prendere dalla paura ma almeno unire qualche tassello e provare a darsi risposte. Poche, ma utili.

Se avete soluzioni intelligenti, proponete.