La vita è un gioco forte e allucinante,
la vita è lanciarsi con il paracadute, è rischiare,
è cadere e rialzarsi, è alpinismo,
è voler raggiungere la vetta di se stessi,
e ritrovarsi insoddisfatti e angosciati quando non ci si riesce.

Tutto ciò lo osserviamo ogni giorno, nella vittoria e nella sconfitta. Oggi ho provato l’amarezza di una sconfitta. Quest’anno forse, con le mie squadre, mi sono abituato troppo bene. Eppure la prima reazione non è stata quella di buttarmi giù – come spesso ho fatto in passato – ma di cercarne le ragioni e trovare nuove motivazioni, prima ancora che colpe. Soluzioni invece di reazioni irate.

Perdere dispiace e fa male a tutti, specie se in “quel modo”. Ma la sconfitta fa parte dell’80% dell’attività sportiva e spesso della vita. Dobbiamo esserne pronti e preparati, erigere corazze forti contro tutto e tutti quelli che minano la nostra serenità. La sconfitta è spesso anche coincidenza negativa, non sempre legata alla qualità e alla bontà del tuo lavoro.

Stasera mi sono soffermato sul testo di “Forever young” degli Alphaville…quando dice
“è difficile invecchiare senza una ragione
non voglio morire come un cavallo abbandonato
la gioventù è come dei diamanti nel sole
e i diamanti sono per sempre”

Quando perdi qualcosa o qualcuno senti che il tempo è passato e tu non puoi ritornare indietro e recuperarlo, a rimettere nei binari una storia o una situazione. Ti senti, in poche parole, nella tua piccolezza umana.
Per essere realmente “per sempre” dobbiamo dare un tocco di infinito a ogni gesto e ogni nostro attimo. Come farlo direte voi? Non è difficile. Provare a vedere in ogni cosa che fate non solo quella luce di quotidianità e caducità ma inseritelo in un quadro più ampio.

Una partita di calcio non è solo 60 minuti passati sul campo. È ricordo che sarà nel tempo quando avrete qualche anno, è prova della propria magia ed arte, è emozione, è bellezza nei gesti e nei movimenti capacità di cogliere l’attimo con un gesto e di diventare per un momento artefici quasi dei propri destini.
Il passare un giorno sul banco di scuola o in biblioteca contribuisce a formarvi una cultura, a rafforzare legami, ad accumulare ricordi ed esperienze di vita. E’ un pezzetto di infinito

L’infinito pare qualcosa di irraggiungibile, e inconcepibile. Siamo costantemente circondati dall’infinito, che lo vogliamo o no. Pensiamo all’infinito in esteso, ma se apri la tua mente puoi pensare anche ad un infinito che si sviluppa all’interno, in qualcosa di sempre più piccolo. O un’infinito all’ennesima potenza: guarda il cielo, guarda il mare, guarda le stelle.
Così anche ogni oggetto, ogni persona, ogni pianta, ogni animale e qualunque cosa ci circondi è infinita.
Ho letto tempo fa questo bellissimo consiglio: “Quando troverai questa consapevolezza, scoprirai anche che puoi trovare l’infinito in ogni piccolo gesto della tua vita. Che puoi creare un cambiamento infinito con un gesto. Puoi recare un sentimento come l’amore, la gioia ma anche la rabbia e l’odio in modo infinito con un piccolissimo gesto”.

Quindi cerca di fare il bene anche nel tuo piccolo, cerca di cambiare il mondo con i piccoli gesti quotidiani e così determinerai un infinito e rendilo un infinito di bene.

Anche le sconfitte sono un pezzettino di infinito.

Ti insegnano a migliorare.

Se ci pensi bene hanno un nome meno amaro: si chiamano esperienza.

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