Ovvio Natale

natale ovvioMi preparo al Natale dell’ovvietà. Quella del visto e sentito, cantato e scritto già tutto. Sarà il Natale della solita salita in viale Europa, tra frizioni che si perdono, ragazze cornute (in senso reale e ideale), gaggi non più pacifici e rischi di bottigliate in testa. Bisogna farlo, perché è tradizione, si fa così, perché a Cagliari questo è il rito. Molti finalmente stanno cambiando idea.

Tra le mille ovvietà preferisco quella più tradizionale: il pandoro, lo spumante dolce, la tavola imbandita all’infinita per giorni e giorni, la casa, la tombolona con i nomi associati alle battute (77 gambe di donna, 90 la paura, 33 anni di cristo) e l’immancabile dejavu dei petardi e fischiaescoppia

 

Sarà il Natale delle mille serate, delle mille situazioni, delle mille promesse, della crisi e dello shopping nonostante la crisi. Dovrò andarmene a Siniscola, poi a Terralba, poi al Charlie. Un po’ di disco e un po’ di sport, le mie grandi passioni, quelle che mi rendono ancora giovanissimo.

 

Saremo più buoni? Chi lo sa. Perché esserlo a Natale e non tutto l’anno? Sarà il Natale dello smarcamento, di chi dirà che sarà un Natale diverso dagli altri, dei servizi dei tiggì e di chissà che altro.

 

La verità è che c’è una grande voglia di fuga, di pausa, di viaggio. Ho il terrore di tutti questi riti così religiosi così laici che caratterizzano i natali degli ultimi tempi, anzi le feste viste come “idea complessiva”. Del traffico e dell’esasperazione della gente che deve per forza “divertirsi” e “comprare”,  “fare” e “presenziare” e non può prendere queste vacanze come occasione per fermarsi un attimo.

 

Sarebbe bello, dicevo, risvegliarsi dopo il 7, scrivere all’infinito, salire su un eremo, con quei libri e quella musica giusta che solo lei sa cibare la nostra anima. Tempo per aver tempo per rimettere tutto in ordine, dagli archivi alle idee, per correre senza l’ossessione di un appuntamento, per fare un bilancio della nostra vita.

 

Poi ci sarà voglia di grandi svolte e decisioni. L’idea e l’aria del primo dell’anno che ci porta a ripensare a noi e alle nostre vite.

Ci proviamo sempre, poche volte ci riusciamo.

Ma ora abbiamo una nuova occasione per farlo.

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