Stadio e poi aereo. Tutto d’un fiato. Volo perfetto, Linate, bus. Ore 23, puntuali.
Il Cagliari ha perso. A Milano a quest’ora girano solo fantasmi come me che trascinano scuri trolley verso le proprie case, racchiuse dentro anonimi palazzi di vie troppo lunghe e larghe per le nostre piccole anime. La gente è già nascosta nelle case come se avesse paura del lunedì incombente.
 
Stazione Centrale, vado veloce, qualcuno dorme, qualcun altro muove con fare furtivo.
 
Reload. Sono qui in questo luogo che mi assomiglia sempre di più, ne traccio i confini giorno dopo giorno.
E’ strano ma in questo nuovo capitolo di vita ho trovato le canzoni e i libri giusti. Come per fottutissima magia le parole e le musiche sono arrivate a raccontare come mi sento, cosa sono, cosa faccio.
 
Ho ancora un po’ di lavoro da sbrigare e mi siedo sul letto col computer sulle gambe. Silenzio metropolitano.
 
I sorrisi dello stadio sono stati un ottimo the motivante: ho salutato tutti, conosciuti e sconosciuti, ho distribuito sorrisi tra inservienti, vigili, addetti. Chi ero? nessuno, eppure ero felice. Di stare là e di sapere che poi sarei finito di nuovo qui. Il volo è una carezza all’anima e il cambio latitudine mi piace. Strano ma vero.
Vi voglio bene, buonanotte a tutti.