Cara Cagliari,
ogni volta ti riabbraccio dopo un viaggio e, lo ammetto, mi piaci, ti adoro, i tuoi colori, i tuoi angoli, i suoi tramonti, il tuo clima, la tua dimensione, i tuoi profumi, i tuoi panni stesi, i colori del cielo.
Lo dico sempre, anche se oramai la mia città è qualsiasi posto al mondo dove sto bene, potrebbe essere anche quello insignificante che nessuno capirebbe: non ho più una mia città, non sono cagliaritano, sono qualcos’altro. Chiamatemi traditore, ma è così.

Cagliari madre e matrigna, fidanzata e amante, sposa e puttana, ti amo e ti odio.
Dopo un po’ mi annoi sempre, mi rompo e parto. Oramai sei un porto, una pista di decollo, una stazione autostradale, una tappa della vita.
Ho bisogno, come fosse una droga, di lasciarti per amarti di più, di scoprire il piacere di tornare e poi partire. Di vedere cose nuove, respirare aria, e non annoiarmi nei tuoi tavoli privè e nelle tue invidie.
Detesto i tuoi modi, la tua provincialità e ignoranza, il tuo crederti figa quando sei alla periferia del mondo: sembri una di quelle amiche un po’ così che per far colpo alle feste di compleanno si trassavano di brutto, effetto macchietta. Mignottelle in affitto. Fossero rimaste semplici, con un filo di trucco e un abitino normale, avrebbero cuccato più di certe troie.
Invece no, tu ti vuoi sempre far vedere, essere al centro, parlare, sparlare e far parlare. Hai l’ossessione, non riesci a star zitta e ferma. E tanti ti imitano. I tuoi figli peggiori e arroganti, qualche soldino in tasca e voglia d’apparire.

Fai la toga agli apericena ma poi torni a casa a piedi perché hai finito la benzina. Non hai soldi ma ti vesti bene, lasci stecche in giro, prendi a calci i tuoi figli migliori costretti a fuggire per trovar la propria dimensione, ami e poi tradisci, la dai a tutti e ti lamenti dei tuoi amanti e se non c’è nessuno che vuol far famiglia con te.
Ecco, sei un grande castello di sabbia, bellissimo e ammirevole finché non arriva il vento o l’onda del mare. Sei un quadro a cui manca la cornice, un’occasione perduta, un amore talmente bello che non è mai nato.
Il vento e il mare arrivano sempre e cancellano tutto.
E poi amare presuppone anche questo: la distanza e la delusione. Allontanarsi e pensare a quante cose potresti fare se solo fossi meno toga e più reale.

Invece no, non ci riesci proprio. È il tuo peccato originale.