Il ricordo di Paolo e gli anni del liceo

Sarebbe stato bello chiudere la serata con un sorriso mentre mi preparo per la pizzata della nostra prima squadra.

Purtroppo qualche giorno fa mi è arrivata la notizia della morte di un mio compagno di liceo, Paolo.

Pare che questa morte sia stata una sua scelta, il che, pur non conoscendone i motivi, mi fa ancora più male.

Arrivando da due recenti lutti familiari ho tentato per un attimo di non farmi coinvolgere, ma poi il ricordo di Paolo (così si chiamava) è tornato prepotentemente, come la musica dei suoi amati Queen.

Sono tornati i ricordi degli anni del liceo, bellissimi, al liceo Pacinotti, della classe, delle gite, delle trasferte, i professori, le ore di educazione fisica, i giornalini e di tutti gli episodi che si possono ripescare quando torna in mente quell’età, quando sei tra l’infanzia (vicina e appena terminata) e la maturità (ancora lontana).

Con i compagni di classe del liceo hai sempre un legame speciale e indissolubile che ti rimane in vita: le prime uscite, le prime sbornie, le prime cazzate. Passi tantissimo tempo. Non ci sono pari. Sono speciali, punto e basta.

Mi ricordo e mi rivedo al liceo e provo sempre un sentimento di tenerezza per quel Nicola là. Spesso troppo timido, troppo per le sue, troppo spensierato, ma che cominciava ad essere quello che è oggi.

C’è stata una trasformazione forte tra la seconda e la terza.  Studiavo il tanto che bastava, avevo qualche materia in cui eccellevo (italiano, filosofia e storia), qualche altra in cui faticavo (matematica, latino, biologia e chimica). Mi piaceva scrivere, andare in bicicletta, allo stadio e giocare a calcio fino allo sfinimento; non vestivo alla moda. M’interessavo di politica e cominciavo a stare a destra. Avevo anche uno scooter, a 16 anni, che mi ha dato un po’ di libertà. Discoteca? poco o niente per quanto sognassi di fare il dj. Non so che giudizio avessero i miei compagni di me.

Poi c’erano gli amici, legame indissolubile. Frequentati nel tempo libero quando ogni tanto decidevo anche di starmene tranquillamente a casa. C’erano le cocacolate nello studio di Vincenzo, le feste di compleanno, le pizzate di fine anno, le gite, le assemblee con i tornei tra corso N e corso M, i giornalini di classe e i commenti alle puntate di “Mai dire gol” del giorno prima. Le battute e gli sfottò, le cricche, le coppie, gli amori veri e quelli idealizzati, le copiature ai compiti e le assenze per sciopero. Un legame che è rimasto anche negli anni a venire, quando – anche con Paolo – siamo andati diverse volte in trasferta, a Roma, per seguire il Cagliari.

La notizia, arrivata da un sms di un altro compagno, mi ha fatto pensare a tante cose. In questi casi senti fortissimamente il tempo che passa, gli anni che corrono con velocità bestiale (e prima andavano pianissimo) e rivedi quel periodo come qualcosa di lontano, ora che la spensieratezza e la libertà di quei giorni è finita. Il ricordo purtroppo è sempre nostalgia, non ci sono altri sentimenti.

Paolo l’avevo perso di vista come tanti altri e sapere così che ha scelto quel gesto mi ha fatto pensare al dolore che covava dentro, mi ha fatto pensare alle nostre vite, al male che uno può nascondere anche dietro un sorriso e lo può privare della vita e della serenità fino a portarlo a un coraggioso estremo gesto. Quanti ne soffrono, quanti lo mascherano, quanti mollano… tantissimi.

Oggi volevo trovare le parole, mascherare il dolore, per salutare un compagno di liceo che non c’è più perché ha deciso di non esserci più.

Ho trovato una canzone del suo gruppo preferito sperando che ovunque sia gli arrivi. La canzone è dei Queen, “Too much love will kill you”.

Forse amavi troppo la vita o forse la vita non ti ha amato e dato quel che meritavi.

CIAO PAOLO.

Too much love will kill you (queen)

I’m just the pieces of the man I used to be Too many bitter tears are raining down on me I’m far away from home And I’ve been facing this alone For much too long Oh, I feel like no-one ever told the truth to me About growing up and what a struggle it would be In my tangled state of mind I’ve been looking back to find Where I went wrong.

Too much love will kill you If you can’t make up your mind Torn between the lover And the love you leave behind You’re headed for disaster ‘Cos you never read the signs Too much love will kill you – every time.

I’m just the shadow of the man I used to be And it seems like there’s no way out of this for me I used to bring you sunshine Now all I ever do is bring you down Ooh, how would it be if you were standing in my shoes Can’t you see that it’s impossible to choose No there’s no making sense of it Every way I go I’m bound to lose Oh yes,

Too much love will kill you Just as sure as none at all It’ll drain the power that’s in you Make you plead and scream and crawl And the pain will make you crazy You’re the victim of your crime Too much love will kill you – every time.

Yes, too much love will kill you It’ll make your life a lie Yes, too much love will kill you And you won’t understand why You’d give your life, you’d sell your soul But here it comes again Too much love will kill you In the end In the end.

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