Collaborazioni impossibili

collaborazioni impossibili

Sta diventando difficile davvero creare collaborazioni continuative e serie. Ciò che oggi sembra sicuro, domani è già incerto. Non passa un attimo dal momento in cui tu dichiari la soddisfazione per qualcosa, il tuo sentirsi a casa, il compiacimento per un progetto o una situazione o la voglia di dire “venite, sono qui” che tutto può cambiare e magari neanche ti informano!

La precarietà ci ha colpito: e non solo nel lavoro. Nell’amore, nei rapporti sociali, nelle intese, nelle amicizie. Tutti parlano di crisi, ma nessuno fa qualcosa per combatterla. Ripete solo “c’è crisi”.

 

Forse anche io sono un po’ più esigente del passato. Sarà l’età, sarà la mia “filosofia”, sarà la mia testardaggine, faccio fatica spesso a comprendere tanti che prendono tutto alla leggera, con un pressapochismo molto casteddaio.

 

Essere buoni per tutte le stagioni non serve. La troppa disponibilità oramai è deleteria e qualche “no” gentile e fermo vale più di tanti “si” accondiscendenti.

Locali, società sportive e amici: nessuno escluso. Sto vedendo passare un campionario niente male, puntualmente inserito nella mia “black list”. Si fanno – anche un po’ stupidamente – notare per la loro arte dell’approfittarsi, in maniera anche evidente, e per il nascondersi quando devono onorare gli impegni.

 

Chiedono gente “in esclusiva”, lamentandosi, quasi fossimo fidanzati, se fai qualcosa altrove e ingelosendosi se ti chiamano altri. Ma ricambiano con compensi da fame (quando li riconoscono).

Questa è la nuova imprenditorialità, ragazzi.

La tattica, poi, è sempre la stessa: ti chiamano, ti coinvolgono, ti cercano, ti assillano, parlano di “amicizia”, grande “famiglia e/o squadre” “vienici incontro” (state attenti quando sentite queste frasi) poi appena possono cercano di mettertela proprio là.

 

Idee ed entusiasmo sono negativi. Se hai voglia di fare, “lassa perdi”. Se chiedi qualcosa, cambiano discorso. Se metti in campo in curriculum, “ma chini sesi?”. Ti guardano da saputello.

 

E allora, credo, si può fare anche da soli, o meglio con i giusti collaboratori, senza andare a cercare nei canali tradizionali e con le persone che credono di essere il motore del mondo perché detengono uno spicchio di potere e proprietà.

Sono nati in questi mesi progetti alternativi che hanno avuto il coraggio anche di rompere certi schemi: il contest dj ne è un esempio. Il futsal games, dove finalmente il calcio è tornato ad essere calcio senza ridicoli montepremi per far diventare una partita una corsa ai mille euro. E tanti altri fatti da amici professionisti che trovano altre strade.

 

A proposito di cose che si fanno: è uscito il nuovo numero di Crastulo Magazine. Lo troverete in giro per la città, con le notizie del mese e i nostri consigli per risparmiare. Senza dimenticare il sito www.scontu.it dove le offerte sono all’ordine del giorno e magari potete anche inserire la vostra impresa o attività. Chi è già entrato nel circuito può raccontarvi la propria esperienza. Aspettiamo anche voi!

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