La notizia era già nell’aria e qualche giovane fan di Fabri Fibra me l’aveva anticipata qualche giorno fa. Io non ci credevo ma la profezia si è avverata: il concerto spostato a Cagliari alla Fiera, Arena Beach di Margine Rosso chiusa. Le prime indiscrezioni sono state fondate: l’impianto è abusivo, a rischio crollo. Mancano le autorizzazioni e si profila un’occupazione di suolo pubblico.

Aspettando gli sviluppi del caso, qualche commento ce lo concedete? Dai, giuro che non vi ruberò troppo tempo e che magari su qualche argomento mi darete pure ragione.

Un concerto viene spostato poche ore prima da una parte all’altra della città. Una struttura in allestimento, che già ha visto il Mondo Ichnusa, che viene sigillata dopo giorni e giorni. La chiusura della spiaggia, le strutture dell’ex Anfiteatro riciclate per l’occasione e riproposte vista mare. Tutto si è saputo nelle ultime ore….proseguiamo?

Persone (per lo più giovani) che comprano il ticket e poi devono riorganizzarsi nel giro di poche ore. Pullman, auto, passaggi. C’è chi aspetta da più di un anno, c’è chi viene da fuori per un po’ di rap futuristico. Famiglie e ragazzini che vogliono sentire un po’ di rap futuristico. Chissenefrega di loro, in parole povere. Loro non contano. Quelli che pagano non contano. Che paghino e non rompano.

Ora, semmai, rischiano di saltare altri eventi all’Arena Beach. Ma soprattutto salteranno i nervi dei cagliaritani che a buon ragione possono prendersi un volo e andarsene, spendendo meno e godendo di servizi migliori, in tutto il resto del mondo.

Non è un problema politico come ben vedete. Cagliari è a sinistra, Quartu è a destra. Questo per mettere a tacere gli amanti delle curve ideologiche.

Semmai tentiamo una riflessione più ampia: capire come si debba al giorno d’oggi fare intrattenimento e, più lontanamente, che cartolina presentiamo agli occhi di chi vive e soprattutto di chi “vorrebbe” passare qualche giorno in città anche per godersi la notte, non solo spiaggia-mare-musei-monumenti-clima-vento.

Sia chiaro e lo ribadisco al punto di sembrare noioso: se ci sono strutture irregolarmente costruite è giusto fermare tutto e non permettere lo svolgimento dell’evento. Ma, ma, ma… I tempi? Le modalità? La ragione e il torto non sono esclusivamente appannaggio di una parte e dell’altra. Anzi.. Ma è una vecchia guerra: tra amministrazioni e organizzazioni. A proposito di queste alcune (dico alcune, per evitare qualsiasi generalizzazione) sono senza macchia e senza peccato? E parlo di concerti, discoteche, eventi in generale. Spregiudicatezza per vendere più biglietti, maltrattare i clienti, prezzi assurdi, location improbabili, ospiti spostati o annullati e date cancellate. Presi per culo tanti che, scottati, preferiscono fare altro. E tutti a piangere che c’è crisi. Tratti male la gente e poi deve ritornare? Ma anche no, si dice.

In questo caos generalizzato, in cui davvero non capisci chi sia il colpevole e chi la vittima, l’ultima delle mie innumerevoli domande, me la permettete? Poi, giuro, non continuerò più anche perché la doccia mi chiama: sono gli organizzatori dei “dilettanti allo sbaraglio” (ricordate la Corrida?) o le amministrazioni rigide a corrente alternata, ovvero quando vogliono?

Il vapore ha già reso il mio bagnetto una sauna. Intanto, dopo questa nuova querelle estiva, a perderci sono sempre e solo i cittadini. Noi, voi, tutti. I turisti, quei pochi che siamo riusciti a convincere, hanno già levato le tende dalla città, state tranquilli…

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