Gustandomi una leggerissima zuppa gulash con retrogusto paprika ho pensato a quante cose ho imparato dai viaggi:

Ho imparato a non temere le diversità, ma ad accoglierle e rispettarle come ricchezza.
Ho imparato a portarmi il necessario, gustando la leggerezza.
Ho imparato a capire gli altri e magari un po’ me stesso.
Ho imparato ancora di più a sorridere e ringraziare in ogni attimo e momento.
Ho imparato quanto poco conti altrove chi sei, da dove provieni, che cognome hai, i soldi che hai e come ti vesti.
Ho imparato a conoscere persone nuove, anche solo attaccando bottone senza paura di sbagliare una parola o un accento.
Ho imparato qualche parola in più di altre lingue, qualche frase e qualche accento. E mi è piaciuto notare come sia bello comunicare e capire.
Ho imparato che la storia e la geografia sui libri sono una cosa, ma il vissuto e l’esperienza sono un’altra.
Ho imparato che tanti luoghi comuni su popoli, persone, tradizioni, culture sono le più grosse stupidità che ci portiamo dietro.
Ho imparato a mangiare di tutto, con piacere, senza lamenti, io che schifavo tante cose e che sono italiano.
Ho imparato a non lamentarmi quando i programmi non andavano bene, anzi a vivere senza programmi e accogliere la novità e l’imprevisto.
Ho imparato che si è più soli qualche volta con chi pensi di conoscere che a contatto con chi non conosci.
Ho imparato l’entusiasmo e la voglia di fare di chi è partito con meno possibilità.
Ho imparato che senza almeno una lingua oltre la tua non vai da nessuna parte.
Ho imparato mille usi e costumi, alcuni curiosi alcuni strani, ma chissenefrega.
Ho imparato che non conta il sole o il mare se le persone hanno voglia di fare. Il sole è dentro.
Ho imparato che casa mia sia ovunque, dove ci sia gente che ti accoglie e sorride.
Ho imparato che il mondo non ruota attorno alla mia città e alla mia persona.
Ho imparato che… (Se me ne vengono altre aggiungo).

Ho imparato ad avere sempre voglia di imparare qualcosa, a non accontentarmi ed a vedere che c’è sempre qualcosa, anzi tanto, che non conosco.

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