Alla fine ho avuto la conferma delle mie teorie. Tutti qui aspettano Halloween ma pochi, davvero pochi, entrano nel clima della festa. Che non è un rito religioso, sia chiaro, ma semplicemente un modo per passare un 31 ottobre un po’ diverso dal solito.
So che qualcuno arriccia il naso di fronte a queste esportazioni d’oltralpe e rivisitazioni in salsa italiana e/o cagliaritana, ma la maggior parte dei cagliaritani ha evitato puntualmente di esibire un look a tema. Sapete perché? molti hanno paura dei commenti altrui. Va bene l’occasione, va bene la festa, la vacanza, il momento per alcuni “liberatorio”, ma basta e avanza. Evitiamo di far ridere, oddio che penserà la gente…
Invece ogni momento aggregativo andrebbe sfruttato fino all’ultimo soprattutto se simpatico e scanzonato. Abbiamo un pretesto per prenderci un po’ meno sul serio e ce lo facciamo scappare così? Mai e poi mai.
Così neanche io stavolta mi sono nascosto dietro un dito evitando un look diverso. Mi sono presentato abbigliato in discoteca, non saprei neanche io da cosa esattamente, ma mi sono divertito ad apparire diverso dalle vesti solite da dj (anche se poi sul finale ho dovuto cedere al caldo e rimettermi la t-shirt).
Peccato vedere pochi altri fare lo stesso. Qualche corna, qualche cappello, qualche faccia dipinta. Un po’ poco. Difetto di mentalità nostra: per noi il divertimento è solo far casino, bere e poi fare la cronaca puntuale e precisa. Questa è la festa. Il divertimento passa sempre in qualcosa che supera il limite oppure è lo stesso che fanno gli altri da ripetere per non sentirsi da meno. Guai a cambiare. Tranne se ce lo chiede il presidente: bandane quattro mori o abiti viola. Tutto ciò che può far colore fuori dagli ambiti tradizionali non fa testo, è ridicolezza, è stranezza.
Anzi, è una cosa da sfigati.
Lo dice la massa.