Milano. Torno a casa in metro, linea verde, vagone semivuoto, ultima sera dopo 4 giorni intensi di lavoro, incontri e relax. Tempo che senti di aver speso bene, incontrando persone, ascoltando e raccontando storie. Imparato qualcosa e incamerato pensieri positivi.

Col tempo e con i viaggi ovunque vada ti senti sempre a casa, ogni luogo diventa presto familiare e viaggiare è più normale che stare a casa.

Esco. Accarezzo una sera incredibilmente primaverile, le luci delle bici e quelle dei semafori, la gente fuori dal locale, lo sferragliare dei tram.
Magari la mia felicità non ha un posto fisso, è movimento, è precarietà. Chissà.