rumoreMi ha fatto sorridere (e pensare) stamattina un articolo apparso su un sito di informazione locale.

Gli abitanti di Genneruxi si lamentano della Metro: “Al passaggio dei convogli della linea 1 nel tratto dell’attraversamento stradale di via Genneruxi si sente un forte stridìo, ogni giorno”. E con loro arriva il gruppo di intervento giuridico. (http://www.sardegnaoggi.it/Cronaca/2013-05-29/21902/Genneruxi_troppo_rumore_al_passaggio_della_metro_Protesta_dei_residenti.html)

Ho pensato alle soluzioni, potrebbero essere due:

1) farsi una sonora risata

2) eliminare la metrò così tutti potranno rilassarsi

Ovvio che si andrà a verificare il motivo, magari un inconveniente meccanico sulle rotaie o sui convogli, ma si ha la sensazione che ogni occasione sia giusta per alzare la voce ed esprimere una lamentela rispetto a cose normalissime, almeno in tutto il mondo.

Un’altra categoria si è aggiunta al lungo elenco del lamento. Dopo gli abitanti che si lamentano dei localini e della movida (specie in estate), i villani del Poetto della musica dei chioschetti (ricordo ancora quando mi dissero di abbassare i decibel alle 19 in un chioschetto perché la musica infastidiva qualcuno “delle ville” ed il volume, vi assicuro, era leggero), i negozianti delle corsie preferenziali (non ci fanno vendere nulla o si solleva il polverone al passaggio dei bus), gli automobilisti delle corsie dei ciclisti (e mò dove parcheggiamo), gli ambientalisti di Is Arenas (i fenicotteri!), arrivano i genneruxiani che dicono la loro sulla metro. E chissà che altri ancora ci aspettano in questa Chiagliari sempre meno europea.

Io però ho una soluzione: radere al suolo tutto. Così nessuno può lamentarsi. Suvvia facciamolo. Torniamo a cavalli, carrozze, spegniamo la vita alle 19, oppure decidiamo di asfaltare tutto compreso il Poetto.

Per crescere questa città dovrebbe sopportare qualche sacrificio o semplicemente viaggiare un po’. Perché le lamentele dovrebbero essere tutte circostanziate a cose serie, non a queste cazzate. Perché si chiamano cazzate, provincialate (e non me ne abbia nessuno che legge se vi provoco).

L’energia delle lamentele dovrebbe essere tenuta per cose più serie.
Usate l’energia per le bollette dell’acqua o dell’enel che sono aumentate, per i diritti negati, quando tagliano le pensioni ai nostri genitori e nonni, per le mancate possibilità di lavoro per i giovani, per la finta continuità territoriale, per i tagli alla scuola, le tasse universitarie, per le truffe della politica a dispetto degli onesti cittadini, per chi vi chiede un voto in cambio di un posto di lavoro.

Sarebbe bello essere un po’ meno provinciali, che ne pensate? Prendere meno la macchina e usare più bus e bici, sorridere, imparare la lingua inglese, andare di nuovo a scuola, leggere qualche libro, partecipare alla vita sociale, interessarsi degli altri. Ma anche prendersi un biglietto Ryan Air e farsi un weekend in una qualsiasi capitale europea.
Si capirebbe come funziona il mondo fuori da Piazza Yenne, le proprie case apparecchiate e pulite (con la spazzatura però sulle strade), gli apericena fashion e il Poetto.

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