Tutti noi ogni giorno ci svegliamo pensando che sia un brutto sogno. Non lo è, e non sarà breve.
Ma eravamo davvero così felici e soddisfatti nel mondo che abbiamo lasciato? Ah, già, perché, qualcuno crede di ritrovarlo uguale a ieri?
No, siamo in piena navigazione, come quando la nave lascia il porto e vede solo buio, mare nero e schiuma. Noi sardi di lunga data quelle sensazione l’abbiamo vissuta.

Dicevo ieri in diretta che, con il coronavirus, entriamo in una nuova epoca e quando tutto questo casino di dolore e di rabbia sarà finito capiremo ancora meglio quale sarà.
Siamo pezzi di storia, siamo la storia, e questa frase, che sembra quasi irriverente, ci offre il metro della portata.

Un piccolissimo virus, infinitesimale, capace di incasinare tutto il mondo, tutte le certezze. Vedi come vanno le cose? Vedi come tutto è strano e curioso?

Amo le parole e i significati. Un’altra parola su cui bisognerà ragionare sarà la flessibilità.
Sopravviveremo se all’arrivo di questo viaggio saremo flessibili, riusciremo a migliorarci, a re-inventarci in qualche modo e questa è una caratteristica che aiuta chi fino ad oggi viveva più nella precarietà, i viaggiatori, gli imprenditori, i creativi e i pensatori.
Sembra strano ma forse i precari oggi hanno più equilibrio di chi si è ancorato alle certezze. Perchè all’incertezza ci sono abituati, perché sono dei navigatori.

Guardiamoci. Siamo divisi, arrabbiati, incazzati, e per primo obiettivo ci sono gli altri, i nostri vicini, i passanti. Da impallinare, demonizzare, filmare e criticare.

Cadremo tutti assieme, uno dopo l’altro. Rovinosamente. Senza possibilità di singola salvezza. Cadranno grandi e piccoli, simpatici e antipatici. E verranno al pettine molti modi, tutte le porcherie che abbiamo fatto fino a un minuto fa, le mascherine fregate, la sanità violentata, la rincorsa all’esasperazione di ogni settore di vita, dell’economia e dei rapporti sociali, il chissenefregadegli altri ripetuto anche solo quando parcheggiavamo la nostra auto in seconda fila.

Eppure emerge forte un nuovo lato della società, di chi ha capito che senza gli altri non si possa andare. Che siamo tutti responsabili e coinvolti. Di chi pensa che la prima cosa sia dare e condividere. Idee, ingegno, solidarietà. Molti non hanno perso la testa, anzi la stanno mettendo in moto più di prima.

Non ho nostalgia del mondo come prima anche se perderò moltissimo come libero professionista. Non ho nostalgia di qualcosa che forse non tornerà. Ho una voglia forte e curiosità di conoscere quello che verrà. Chissà che non sia ancora più bello.