Forse aveva ragione lei quando diceva che non bisogna tendere la mano a chi le braccia le ha conserte. Che non dobbiamo sprecare la vita salvando vite che non vogliono esser salvate. Che se i termini di paragone che hanno le persone sono il proprio piccolo e limitato mondo, quei due o tre posti dove vanno, quella cricca di amici e una prospettiva minima, non si può far nulla. Che nessuno deve fermare la tua voglia di fare quello che ti senti, che ti tiene vivo e vegeto. Che non puoi smettere di imparare e confrontarti. Che la voglia di comunicare che abbiamo, come sangue che scorre, deve avere i suoi sbocchi, sempre.
Forse un cazzomene o un chisigò funzionerebbe come passe-partout della leggerezza.
Forse aveva ragione lei.