Sul caso del ragazzo ucciso a Napoli, è possibile per una volta non fare i tifosi?
Non esistono ragioni o fazioni, solo drammi che ti fan capire in che paese viviamo. Un paese incasinato fino all’orlo.
Un carabiniere giovane messo in trincea che spara “erroneamente” e uccide.
Un ragazzino di 17 anni con un motorino di notte, senza patente, documenti e in compagnia di loschi individui, che forza un posto di blocco.
Come è possibile dire “ben gli sta”? Ma come è possibile ugualmente farne un eroe o attaccare l’Arma quasi che il carabiniere fosse felice? Certe frasi sputate così sono agghiaccianti. I commentatonti (idiozia & tastiera) si sono rimessi in moto.
Chissà chi ha mandato quel giovane carabiniere allo sbaraglio, chissà chi lo ha addestrato, chissà se fosse adatto a quel ruolo. Chissà anche chi ha permesso che quel ragazzo invece di coltivare sogni che a 17 anni devono far parte di una vita si mettesse nei guai.
Ambienti dove nasci e vivi, e a Napoli la camorra conta più dello Stato, dove è purtroppo più facile entrare in giri pericolosi che starne fuori.
Zone franche di un paese che vuol far la morale a India, migranti e mondo musulmano e si ritrova poi con le sue piccolezze.
Ma per noi sembra sempre tutto semplice: sventoli la bandierina, indossi una sciarpetta e decidi a chi dare ragione.
Ogni volta.