Bastasse scrivere in inglese, inventarsi un nome alternativo, fare due foto e le grafiche per realizzare qualcosa di nuovo e innovativo.

Eppure la fuffa mediatica di corsi, eventi, finteimprese, serate, negozi, tshirt, esperti, professionisti, workshop, app, produzioni, etichette, progetti nasce tutta così. Sempre in questo modo. Specie in ambienti ristretti dove il livello culturale risulta basso e tutti credono a tutto, dove i like valgono più dei cv, dove le visualizzazioni certificano il valore.

Aggiungere un po’ di autocelebrazione, parole tipo esperti, esclusiva, novità, selezionato, innovativo, professionale, migliore, foto rubate da altri, video, giacche e totem fashion o rivoluzionari utilizzati al bisogno. I più fortunati godono pure di passaggi in qualche media.

La fuffa, alimentata da like e condivisioni, si gonfia come un palloncino poi esplode nel giro di poco tempo.

Siamo circondati. Eppure oramai poco per riconoscerla. Spero di avervi dato qualche buon indizio 😉