Facendo cose a Cagliari, con Sonia!

Chi, navigatore dei social, non ha sentito parlare della pagina Facebook Facendo cose a Cagliari? Un’idea nata per scommessa da un’amica e compagna di scuola delle elementari, Sonia Carta, con cui ci siamo ritrovati, insieme agli altri compagni, proprio grazie al Facebook degli esordi.

Oggi, per la rubrica storie di #Tixilife, parlo di lei. Parlo di Sonia, mamma, cagliaritana DOC, scuole Elementari alla Sacra Famiglia di via Montello, studi al Conservatorio e nella vita professionale lavora presso un’Ente di Formazione e collabora con il Teatro Lirico. Facendo cose a Cagliari è un luogo social dove trovare consigli su eventi, recensioni e anche divertenti meme su Cagliari e la cagliaritanità. Una pagina alimentata giorno dopo giorno che è diventata una piccola community di seguaci fedeli, oltre tremila ad oggi.

Così è nata l’idea di intervistarla, per far conoscere lei e la sua idea. Ma, sia chiaro, e lo sottolinea, Facendo cose a Cagliari è solo un gioco, senza pretese. Un regalo alla città, un modo per viverla ma anche per conoscere chi siamo e cosa facciamo, per ridere di noi. Lei ci riesce, e non è certo semplice di questi tempi, sia perché le persone non amano ridere di sé, sia perché l’invidia è sempre all’angolo.

Tutto era cominciato dal suo profilo personale, dove raccontava le sue uscite in giro per la città con foto e dirette. Poi, un giorno, è stato quasi naturale creare alla pagina. Sonia partecipa, quando può, agli eventi, ama condividere e fa vita sociale dividendosi con lavoro e vita privata. La riconoscete dai suoi occhiali particolari e da una allegria e cagliaritanità di cui non si vergogna affatto. Così, anche circondata da battute, frasi e tormentoni che in questi anni hanno fatto parte del vissuto di tutti, parole come il cindaco, le grondaglie, è arrivata la scintilla. “Noi siamo questi – afferma Sonia – con i nostri luoghi e le cose che diciamo e facciamo. Il Poetto, i ricci, il tramonto del Libarium, le Palmette, la partita. C’è tanto da dire, siamo una piccola realtà, allora perché non farlo?”

  • La prima curiosità è sul nome della pagina, Facendo cose a Cagliari, come ti è venuto in mente?

Da una mia amica, Alessia, che da tanti anni viene in vacanza in Sardegna e mi dice “i cagliaritano stanno sempre facendo cose”. A questo si è aggiunto chi, amico e conoscente, commentava così il mio presenziare agli eventi. Così, dal profilo personale ho iniziato a parlare di cose che succedevano a Cagliari, eventi a cui partecipavo e che mi piaceva segnalare ad amici e conoscenti. Nella pagina oggi condivido tante cose, anche notizie da pagine istituzionali oltre a quelle pescate sul social e pubblicate da locali e attività. Recensisco e commento un evento o un locale, invece, nel caso ci vada, magari con le foto o con video e dirette.

  • Come è stata la prima reazione delle attività e dei locali nominati sulla pagina?

Mi consigliano, mi invitano, mi coinvolgono anche per alcuni servizi che offrono e chiedono la mia presenza ad eventi. “Sonia vieni a fare la pedicure? Sonia vieni a questo evento? Sonia vieni a cena?“. Non c’è un baratto, anche perché scelgo sempre con libertà che fare e dove andare, sono più che altro inviti in locali e da persone che già conosco. Ovviamente, nessuno lo nega, è un modo per alimentare la visibilità di quel che fanno. E’ naturale, credo!

  • Dalla parte dei followers, invece, hai notato qualche reazione particolare rispetto ai post pubblicati?

Quando condivido post e meme sulla cagliaritanità e sardità vedo molte condivisioni e like, più di quando carico argomenti più seri. Le persone che seguono Facendo cose sono quasi tutte di Cagliari. Mi piacerebbe anche raccontare quel che accade in giro per la Sardegna, chissà che in futuro…

  • Cosa ti spinge a aggiornarla, che è comunque pur sempre un piccolo lavoro e ti toglie tempo?

La mia curiosità. Ci sono molte cose in giro, simpatiche e curiose. Il cagliaritano e il sardo non vogliono o non sono capaci di vendere bene le propria realtà, poi trovano un po’ fuori luogo condividere le cose degli altri. La nostra città avrebbe bisogno di maggior visibilità visto che ci sono tanti eventi e ritrovi interessanti. In questi ultimi anni sono nati e cresciuti tanti e tante blogger e influencer locali, permettetemi questi termini, figure legate all’informazione e ai social, che raccontano esperienze, però penso che ancora sia tanta la strada per far conoscere la città a chi vive fuori e per farla diventare una vera meta turistica.

  • Tu collabori da tanti anni con il Teatro Lirico, come lo presenti ai più che magari nemmeno lo conoscono o comunque ne stanno lontani?

Non abbiamo idea ancora oggi di vantare un’eccellenza nazionale. Siamo una delle quattordici fondazioni italiane. Lo stato riconosce la nostra realtà, abbiamo avuto tante prime, anche a livello mondiale, copertine di critica, ma anche in questo caso quanti ne sono informati? siamo poco presenti e ci facciamo notare poco fuori dai nostri confini regionali e locali. E’ un vero peccato.

  • Com’è vivere a Cagliari, oggi, nel 2019?

Ci sono cose bellissime, altre ripetitive, spesso ci annoiamo perché ci sembra di aver già visto tutto. Sia chiaro, siamo pure dei lamentosi. Le idee originali mancano, eppure cercando e magari curiosando ci si sorprende di qualcosa che magari non ci si aspetta. Non siamo Milano, Roma, però sarebbe bello conoscerle e diffonderle. Poi ci sono i limiti: la sensazione che la sera e la settimana sia tutto un po’ morto, un Poetto che è rinato ma risulta poco sfruttato, certi lavori stradali che sembrano fatti apposta per complicare la vita delle persone, la paura di uscire con la pioggia, gli spazi all’aperto che in inverno non sono sempre sfruttati.

  • Il discorso ci porta all’Amministrazione comunale, è terminato il mandato di Massimo Zedda e possiamo fare un bilancio anche con te.

Giusto far emergere le cose che non vanno. Dagli ascensori in Castello, la cui apertura è imminente, agli Info Point. Parlando con gli operatori tutti sono concordi nel dire che ci sia poco supporto da parte del Comune sul discorso turistico. L’amministrazione Zedda ha fatto buone cose, su altre ho dubbi. Parliamo di piste ciclabili? Quella di Is Mirrionis è sicuramente da rivedere, sono scettica. Alcune manifestazioni sono state ripetitive, altre sembravano purtroppo sagre di paese, poco contestuali a una città. Fa sorridere vedere le classiche casette di legno al Corso per Natale, a quel punto perché non caratterizzare gli eventi e proporre dei casotti?

  • Tu che sei anche mamma, vedi Cagliari come una città per giovani?

Ni. Intanto se i ragazzi vogliono mangiare i prezzi risultano sempre alti. Per una cena non si spende meno di 25/30 euro che forse sarà una cifra di mercato ma per i giovani non è mai facile. Ok, che per 50 euro ceni al ristorante Italia, che ha una storia e un vissuto, ma non credo che tutti quelli che propongono cene a prezzi alti siano a quell’altezza. Ci manca l’idea dello street food, se escludiamo Mc Donald’s e Montaditos. Creare qualcosa di nuovo è difficile, tutti son spaventati e per certi versi è comprensibile.

  • Parliamo di locali da consigliare?

Inizierei dal Niu. Un grande lavoro a livello di cucina, con Ravot come chef, ma anche di comunicazione. Da Basilio hanno cambiato lo chef, hanno un nuovo menù, c’è la cucina tradizionale con i sorrisi di Gianfranco e Simone, ma posso dire ancora poco su questo nuovo corso visto che non ho ancora avuto il piacere di fare un salto. Aggiungerei tra le new entry Impasto alla Marina, che punta proprio sulle farine particolari. Un altro posto è l’Oyster. Parlavo con una carissima amica e pensavamo sempre che fosse un locale che viene poco considerato e conosciuto. Poi ci vai e scopri qualcosa di diverso. Filippo è un ottimo sommelier, ve lo consiglierei per l’aperitivo. Ci sono prodotti e proposte diverse. Infine direi che, fronte mare, un salto alle Palmette è obbligatorio. I ragazzi lavorano davvero bene e permettono a tutti di godersi la spiaggia con un servizio eccellente.

  • Altro cruccio: mangiare tardi in città.

Una domanda che mi aspettavo da te! Ti direi l’Old Square dove anche alle 3 e mezzo del pomeriggio riesci a mangiare e non è mai così scontato. Mi piacerebbe avere la possibilità che anche la sera ci siano in giro focacce e non solo pizzette, quindi diversificare un po’ l’offerta. O, se volete segnalare posti nuovi, fatelo!

  • Ci sono zone di Cagliari che consigli?

Mi piace molto la parte di città che inizia da piazza Yenne e si sviluppa nel Corso. C’è una bella scelta di diversi locali che propongono menu diversi. La Marina la trovo sempre uguale, i menù, le trattorie, forse troppo standardizzato benché passeggiarci lasci sempre una bella sensazione. Castello, a parte i soliti punti, è un punto che di sera non ti può dare tanto. Il Porto è abbandonato a se stesso. Il Corso, come dicevo, resta l’unico posto vivo. Il Lungomare è bello ma andrebbe concepito diversamente. Il Lirico ha aperto le porte. Riproporrei Monumenti aperti per più date rispetto all’unico appuntamento. Parliamo, poi del Cimitero di Bonaria? E’ totalmente abbandonato.

  • Di palo in frasca, libri o autori che hai letto di recente?

Sicuramente Francesco Abate che mi riporta sempre a Cagliari con le sue storie, ma anche un bel libro, la Guida turistica di Cagliari al femminile di Claudia Rabellino. Ci fa vedere la città in un modo curioso e particolare.

  • Concludiamo col lato più personale di Sonia. Io ti conosco sempre attiva e sorridente, qual è il tuo segreto?

Penso che qualsiasi cosa brutta ti accada sia un momento di crescita. Affronto tutto con uno spirito positivo che non vuol dire che tutto andrà sempre bene, ma gestisco le difficoltà. Ti dà energia per andare avanti credere fortissimamente in quello che stai facendo e godere di tutte le cose che succedono. Cerco sempre collaborazioni, come sempre ho fatto, valuto e provo a esserci. E’ successo col Teatro del Sale per i progetti di IScola, la collaborazione con Marco Nateri costumista del Lirico, in tutte le volte in cui mi sono buttata in un progetto. Il segreto è cercare di mettere sempre la parte migliore di noi, poi non vuol dire che le vicende negative non accadano e dobbiamo fuggire.

Persone come Sonia aiutano a vivere e amare la città e scoprirne le tante cose che accadono attraverso i social, usandoli in modo positivo. Sembra scontato ma è un’attività che crea connessioni tra persone. Per chi non l’avesse segnata, ecco la pagina Facendo cose a Cagliari. Buona vita e buon vento anche a lei!