Uno dei motivi per cui ho deciso di tornare in Sardegna, lasciando le certezze di un lavoro sicuro, fermo restando che resterò sempre con un piede a Milano, é una questione di affetto. AFFETTO.

Oltre al cuore, a mia madre da sola, alle persone a cui voglio bene, a chi ha contato su di me anche quando gli altri hanno evitato di farlo, o altri ancora si son tirati indietro, mi rodeva il fegato la lontananza continua e lo sbattermene della mia terra e città e dei suoi problemi.

In questi tempi parlare di amore e affetto alla gente, di attenzione e di passione, significa essere considerati degli imbecilli e dei sognatori fessi. Non nascondo di averlo percepito quando ho spiegato che una parte dei motivi delle mie rinunce nascevano da qualcosa che con i soldi, la carriera e il lavoro non c’entravano proprio. Nascevano da qualcosa di profondo che niente e nessuno potrà mai toccarmi. Le mie idee, i miei valori, la mia anima, la mia visione della vita.

Non mi sono mai fatto gli affari miei nella vita, ho lavorato e vissuto sempre con e tra le persone, in radio, nei media, nei campi, in politica, nelle periferie, in discoteca, prendendomi carico anche di tutti i difetti e i problemi possibili della sovraesposizione e della presenza in tempi in cui mettere la faccia significa guadagnare antipatie e insulti. Prendendo schiaffi e insulti, tradimenti e sgambetti. Sono parte del gioco, di chi si mette in gioco e non ama nascondersi e far pretattiche. Che con amici e collaborazioni lavorative non fa giri e giochi, triangolazioni e trucchi. Ingenuo, sicuro, ma vero.

Però ho sempre pensato che nella vita ci sia una parte da dedicare a sé stessi e qualcosa da offrire agli altri. Qualcosa che non ha prezzo e non ti dà nulla indietro anche se investi, perché lo fai solo se te lo senti e hai quella tensione giusta.

Io sono uno di quelli. Inutili forse ai tempi d’oggi dove se sei cattivo e abile vinci al tavolo. Gioco sul tavolo diverso, di quelli decisi sempre a dover dare agli altri qualcosa, rinunciando anche a loro stessi.

Ho avuto sempre poco da offrire, la mia musica e la scrittura, e quel poco non ha mai cambiato il mondo. Ma tutte le volte che con quel poco ho avuto un messaggio, un apprezzamento, un gesto di fiducia, ho cambiato la giornata a qualcuno, fosse nel buio di una disco o nella newsfeed di facebook leggendo un mio pensiero, ho capito di poter essere utile al mondo. E questo continua a farmi

sempre felice e rendere migliore la mia piccola vita.

(www.tixi.it)