Due piccoli episodi di viaggio che voglio condividere con voi.
Ieri sera passo in una piccola osteria di Baden Baden a portare dei saluti a un’amica e una sorella di un’amica. Scopro che il personale è della mia terra dal cameriere che subito mi fa “sei sardo?” non appena sgamma la mia parlata inglese.
Avevo un po’ di paranoie, lo ammetto.
Chiedo di salutarle poi al cassiere che le va a chiamare.
Il loro volto, appena mi presento e dico “vi porto i saluti di Paula”, si accende di gioia.
La proprietaria è una cantante lirica greca che ha deciso di aprire un’osteria qui in Germania. La sorella della mia amica é una donna sarda che non trovando opportunità e lavoro é emigrata tanti anni fa.
Mi ringraziano, fanno gli auguri e chiedono se abbia già cenato, con una delicatezza che quasi mi spiazza. Ringraziano anche per quel piccolo gesto che é portare un saluto.
Oggi all’aeroporto un’integerrima funzionaria del controllo bagagli chiede a tutti di mettere medicinali e oggetti della toilette in un unico sacchetto. Indica stizzita un foglio in cui riporta che si possa usare un solo sacchetto.
Se la prende con tutti, che ovviamente non riescono a comunicare con lei per via della situazione e della lingua, tira fuori gli oggetti dalle buste, parla e maledice in tedesco.
Arriva da me, penso che faccia del sottoscritto un sol boccone e allora mi premunisco. Dico col mio scadente inglese “ok, dimmi come posso aiutarti a lavorare meglio!” con un sorriso paraculo dei miei. La tipa si apre, si calma ed evita di strillare. La aiuto a mettere in ordine le cose, la guardo negli occhi. Alla fine uso i due sacchetti come se nulla fosse, la tipa ringrazia e saluta.
Un sorriso, un gesto semplice (e oramai scontato), una parola gentile, aprono le porte del mondo come mai ci aspettiamo. E poi conoscere le lingue, anche solo due parole, rendono tutto più facile.
Ci avete pensato?