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Fare il Dj

Fare il dj non è solo salire sulla consolle, essere conosciuto e mettere tutto il tuo intuito e genio per far divertire la gente (e non è detto che si riesca). Delle serate mi piace notare i particolari e ricordarmi gli intrecci: i genitori che aspettano con ansia i figli all’uscita, i miei litigi con il computer, vedere in azione i colleghi amici dj e la loro diversa concentrazione e linea musicale, gli abbordaggi spesso improbabili in pista dei clienti, il mare che luccica e la luna sullo sfondo di ogni notte d’estate, i profumi dei paninari all’uscita e le tante persone che ti fermano in serata, un saluto nella loro gestualità e due parole sempre da condividere, o una foto, spesso anche chi non ti aspetti che pure ti segue e sa tutto di te tramite i social.

La musica e quella euforia poi si dirada quando accendi il motore e la serata diventa un file da archivio dei ricordi. E non puoi che ringraziare che tutto questo continui ad accadere.

Infinite ricerche

C’è una luna fantastica in cielo, una luna che rischiara il mare e poi parla di noi e ci sussurra di un destino di viaggi e migrazioni, di un posto migliore che non esiste perché il viaggio e quel luogo che cerchiamo siamo noi. E continua a batterci il cuore perché in fondo siamo quel cielo, quella luna e quell’estate.

Perché fermarsi?

Che bello e strano questo saltellare da una parte all’altra e prendere il meglio, ieri ero in Darsena a Milano oggi ho cambiato latitudine, Cagliari, Poetto, profumo di mare e musichina di Andrea B-Side Loche all’Oasi che mi ricorda come il dj parta sempre dai fondamentali. Adoro tutto quello che il mondo può darmi, qualsiasi spunto, suono e panorama. Amo le differenze, i confronti e il movimento.
Perchè fermarsi? ❤️🌊

 

 

 

Tixilife

Mal di schiena regolare post DJ set, primo weekend di scuole chiuse e venerdì in Darsena, tra musiche, suonatori di bonghi, chitarre, pischelli in uscita libera, bolidi di passaggio, profumi di cannabis e bottiglie sparse. Il motorino mi attende parcheggiato a due passi.
Domani parto e quasi mi dispiace andarmene. Queste notti parlano di me, più di quanto pensi. È come essere a casa senza averci mai vissuto, è amore della novità che rassicura più delle certezze, è insoddisfazione tale da renderci vivi. #tixilife

 

Il bello di rischiare

Dovevano essere due giorni, sono già quattro mesi. Che ne sai del destino, ti sorprende, ti conquista e ti abbraccia. Non potrei fare mai le stesse cose, morirei in un attimo a svegliarmi sempre con lo stesso orizzonte davanti.
Vivo e vedo sempre cosa succede, mi abbandono ciecamente a ogni sfida e all’incertezza, amando il rischio e la novità.
This is #tixilife ❤️💪🌊✈️

La strada verso i sogni

Nella strada verso i sogni la vita ci impone rallentamenti e deviazioni. Ci impone di pazientare e trovare nuove vie, anche difficoltose e pesanti. Una riflessione che spesso mi piace fare è che qualsiasi cosa tu curi con pazienza cresce e dà frutti, presto o tardi. Come la rosa del piccolo principe. Siamo abituati al tutto e subito, non riusciamo più a guardare oltre al nostro naso. Abbiamo paura di realizzare un sogno perché costa fatica, rinuncia, delusione e tempo.
Sembra una stupidaggine, ma è verità.

Ma io non voglio fare il fotografo

Qualche giorno fa ho postato un’immagine di una bella macchina, annunciando la mia nuova attività: fotografo.

In realtà era uno scherzo.
Voglio tranquillizzare tanti: quella non è  la mia macchina né sono diventato fotografo col Ph  (neutro) vicino al mio nome. Era giusto una provocazione sui tempi moderni.

Però una riflessione, posso?
Oggi ci si improvvisa tutto, ma in particolare si fa ciò che certi strumenti hanno permesso in pochi attimi e con pochi soldi di diventare: una reflex per far il fotografo, un controller per fare il dj, un corso da barman per diventare barman.
Fotografare non è la mia passione e non mi sognerei di farlo: si noterebbe subito la taroccata. Posso studiare, migliorare, fotografare, ma le passioni sono altre e affondano nel tempo. Lo studio aiuta a migliorarle ma se ti manca il fuoco dentro…

Oggi vedi tanti “appassionati” di cose. Provano tutto, lo dicono in giro, ma non trasmettono nulla e poi spariscono dopo qualche stagione. Il loro agire è legato alla disperazione, al dover fare i soldi e alla necessità di essere famosi e avere un po’ di popolarità. Cercano le strade semplici: qualcosa che non presupponga tempo, studio e preparazione. Facebook ne ha creato mille.

Un appassionato lascia il segno, il caddozzone improvvisato lo sgammi al volo.

Ti puoi aspettare tutto da dj, tranne che…

Ti puoi aspettare da un dj che possa inventarsi e organizzarsi un viaggio in Spagna, di certo, e scegliere una delle tante mete che sanno di movida, musica, notti folli, sesso e droga. Quelle dove ti dimentichi ciò che è successo il giorno prima, per intenderci mezzanottemezzogiornomammaacasanonritorno, da raccontare come un’impresa titanica su Facebook con le immancabili foto da poser e tag nei locali e tutti che sbavano.

Ti stupisce che questo strano personaggio di quattro lettere scelga Santiago e la Galizia e ti chiedi: o non è un vero dj o è un dj atipico? Per me valgono entrambe le definizioni.
Del dj ora tengo una playlist confezionata su ipod e una bella magliettina color senape comprata a Londra anni fa, che si illumina di notte con davanti un segnale di pericolo con la sagome del dj e con una scritta sulle spalle carattere impact: “dj in action”.
Ma anche se ti travesti e giri il mondo nei posti più impensabili non ti spogli per un attimo delle tue passioni: ognuno è quel che fa, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Quindi non si può smettere di essere ciò che si è. Nel mio caso un allenatore, un dj, uno che scrive.
Appartengo a un mondo strano che molti reputano inutile, fanciullesco, adolescenziale. Il tempo libero, il divertimento, lo sport, costituito da persone che forse non sono mai cresciute e restano eterni bambini. Quelle che non troveranno mai un lavoro fisso, non staranno mai ferme, cambieranno sempre. Vivere la vita come si fa.
Le mie professioni sono le più incerte e instabili, dove il curriculum vale carta straccia e basta poco per finire nel dimenticatoio.

O sei primo e sei nel posto giusto o non vale. E poi gelosie, cattiverie, sgambetti. Qualcuno ti vede come un mito, altri come uno sfigato. Esperienza, bravura e passione contano tanto quanto. Nessuno lo decide. È la situazione che fa di te qualcuno, che ti rende importante e non viceversa. E quando scoprono che hai una laurea, che leggi e scrivi, più che ammirazione ricevi gelosia e vieni considerato un presuntuoso e una pecora nera. “Ma chi penserà di essere?”
Mi circonda un mondo lavorativo con una discreta quantità di stronzi, ma qualcuno ho scoperto essere davvero in gamba. Non che lo stronzo non l’abbia fatto pure io. A fine giornata tiro le somme e noto che sono sempre in rosso, perché esser stronzi pesa tre volte di più di essere in gamba. E finché non colmerò questo gap sarò sempre insoddisfatto di me.

Parlavo di passioni. Parlavo di vita, di me e quindi di voi. Delle passioni che ci vestono come i capi che portiamo ora indosso. Tutto questo “essere te stesso” non si costruisce con tutte le menate che possiamo comprarci, gli aperitivi a cui possiamo partecipare, i tag e le foto con Instagram, le amicizie interessate o l’iPhone 5.
Anche se i pubblicitari e la massa vorrebbero fartelo credere, avere gli strumenti, gli indumenti o gli oggetti delle persone di successo, questo non ti rende automaticamente tale. Non hai bisogno dell’ultimo gadget elettronico per sentirti apprezzato dagli altri. Quello di cui abbiamo bisogno è vivere esperienze che ci rendano fieri di noi stessi, combattere per le nostre idee e per gli altri, alimentare le passioni senza vergognarci mai di sembrare un po’ strani  agli occhi della massa.

Sono gli altri che devono adeguarsi a te, non il contrario.

Talenti e moderati

Ho un amico a cui non dareste un euro per come si veste e per come si propone con le persone, per la musica che ascolta e per i look che porta. Non frequenta locali alla moda e non vive di esteriorità. In poche parole: se ne frega. Uno di quelli che per tanti benpensanti con la puzza sotto il naso, cagliaritonti-medi che hanno sempre ragione sarebbe catalogato come “pazzo” o “strano”.  Read More