Non è neanche l’alba…

L’atterraggio a Santiago è perfetto, fa un po’ fresco, almeno 15 gradi meno dell’Italia, mi metto la felpa da subito; un po’ meno il resto. Avevo scelto un hotel vicino alla stazione tranne poi confondere quella dei treni (dove è ubicato) con quella dei bus dove sono sceso dopo aver preso il pullman dal terminal aereo. Mi dividono 2,3 km, decido di farli a piedi, quasi come preparazione. La strada taglia in due il centro storico di Santiago e cosi’ (potere degli errori che ti offrono opportunità) mi butto senza volerlo nella festosa atmosfera della capitale della Galizia, tra musica dal vivo e gente in giro imbottigliata in viuzze strette pavimentate che ricordano la nostra Marina. Arrivo all’hotel dopo mezz’ora, butto lo zaino vicino al letto, volo in doccia e vado a cena in un localino vicino. Mangio leggero, un’insalata mediterranea abbondante, tinto de verano e acqua. Ci sono anche le tapas. Il bar è semivuoto, si guarda Malaga-Panatinaikos, preliminare di Champions. Tra i giocatori scorgo un italiano, Maresca, non mi ricordo se pure con qualche passato in rosso blù. Seguo con disattenzione immerso nei pensieri.
Il tipo è gentilissimo, mi riempie di premure. Spendo 8 euro saluto e salgo in hotel. Tempo di guardarmi la posta, sbirciare ma solo sbirciare Facebook e poi andare a nanna.

Il risveglio è trepidante d’emozione: alle 3,40! ma è presto, maledettamente presto. Poi alle 4,30 secondo risveglio e devo uscire massimo alle 5,30. Quanto tempo, ma son fatto cosi’. Altri chilometri, arrivo mezz’oretta dopo, stessa strada di ieri ma al contrario in un’atmosfera decisamente diversa: non è ancora spuntato il sole, incrocio giusto qualche anima della notte e le macchine per pulire le strade. Di bar aperti neanche l’ombra. Colazione rimandata.

Ecco la stazione, tanta gente come me, zaino in spalla (naturalmente più piccolo e immagino leggero, ma io son un dilettante). Prima paranoia: vista la presenza di tanti viaggiatori, che non ci sia posto e che diano priorità a chi ha fatto il biglietto online? Per fortuna i bus sono due, uno per Lugo, uno per Madrid con fermata a La Coruna e a Lugo. In poche parole vado verso est, verso l’alba.
Prendo il primo mezzo accodandomi ad altri italiani che avevo incrociato ieri, due coppie e 3 ragazze.
Eccomi qui seduto a finire questa nota, mentre il bus lascia Santiago con le luci dei lampioni che sembrano le strobo della disco e mi passano al finestrino mentre scrivo.
Due orette e mezzo. A Lugo prenderó un bus per Sarria. Recuperata là la credencial (la carta che segnala il tuo status di pellegrino) comincerà finalmente il Cammino, sperando stasera di scrivervi da Portomarin. Sarà dura visti i tempi e i piedi che dopo neanche 3 chilometri mi fanno un po’ male in un tallone. Non è nemmeno l’alba. Dormiamo va! Chi ben comincia…

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