Il 24 gennaio sarebbero stati 78 e tu non ci sei. Ebbene sì, parlo di un padre andato via forse troppo presto o amato troppo poco per quanto avresti voluto.
Sembra un’eternità da quel duemilaeundici, la vita è andata avanti, quell’addio mi ha reso coraggioso e più folle nell’inseguire quel che volevo, più pronto al dolore e un po’ meno disposto a perdere il mio tempo se non per le cose che mi piacesse realmente fare. Pecore nere di un’idea, viviamo come scriviamo, aggrappati a una tastiera o su di una una consolle, destinati a non combinarne mai una giusta ma anche ad assaporare quella felicità che poi trovi nei momenti e luoghi inaspettati. E poi ancora la lontananza, la differenza, la malinconia esistenziale.
Un biglietto aereo, un’altra serata, un file da riempire. No, spesso non bastano per colmare tutto.
Ci si sente vulnerabili, sperduti nei traffici dell’anima, meno aperti al compromesso e al ribasso. Il futuro, il passato, i ricordi, le persone che valgono, quelle che sono state un investimento sbagliato, quelle che ti sorprendono, gli errori che fai, gli sprechi di tempo, i treni non presi, le scommesse sbagliate, le amarezze sulla via.