Sono le tre del pomeriggio. Il caffè è pronto. La città è più silenziosa del solito. È estate, non me lo devo dimenticare. Rispondo a qualche mail, a qualche messaggio, butto giù i prossimi articoli e le cose da fare per domani. Poi scrivo per me stesso: lo fate mai?

È come lasciare una memoria, un diario per l’eternità. Dicono aiuti a costruire un io migliore.

E, in sottofondo, passa “Il fiume e la nebbia” di Fiorella Mannoia.

La mia domanda di oggi è: quanta musica fate entrare nella vita?

Io tantissima.

La musica ti fa ricordare luoghi e persone, aiuta a superare momenti difficili, dà ispirazione quando serve, gioia o pace, ma anche motivazioni. Ci sono canzoni che riassumono periodi e situazioni, fidanzamenti e amicizie, stagioni e annate.

Il mio ipod è una lavatrice di generi senza una ragione logica: dai ritmi più veloci al repertorio pop italiano, dall’r’n’b al lounge. Tutte le canzoni hanno una chiave di lettura.

Nel mio caso la musica mi ha anche dato fortunatamente una passione che prosegue da anni, che non sente stanchezza, che conosce tante nottate e albe. Perché fare il dj, il cantante o il musicista (nessuno se la prenda per questo irriverente accostamento) è questo: trasmettere un’emozione, dialogare con tanti, avere in dono una preziosa magia. Se riesci a far questo il compito è stato svolto egregiamente!

La musica, si sa, è a disposizione di tutti. Oggi più di ieri tutti possono averla, proporla, selezionarla. Emule, i dischi a poco prezzo, youtube e altri programmi o siti. Tanti cominciano a fare il dj, altri lo fanno da tempo, altri lo sognano. Ma solo pochi arrivano, perché la musica va anche capita e filtrata.

Non voglio menarmela con la roba del dj. Volevo raccontarvi che per per vivere e lavorare meglio dovete avere tanta musica. Dentro e fuori. La musica migliorerà ogni attimo, momento e rapporto. Riuscirà anche a coprire certi silenzi e vuoti.

Provateci allora.

Veniamo ora ai nostri giorni. Ogni estate c’è un cosiddetto tormentone. Ce lo ha insegnato il mitico Festivalbar: una canzone che riassumeva la bella stagione. Quella più cantata e/o più ballata fino ad ossessionarci, quella più gettonata nei jukebox e nei servizi tv.

Abbiamo visto scorrere immagini d’estate con What’s love, Uh la la, Umbrella, Macarene, Bambe e Asereje e relativi video. Poi lambade, estati che finivano e artisti meteore. Da qualche anno stentiamo a trovarne una. Dicono che il 2011 sia l’annata di “Danza kuduro” (don omar ft Lucenzo), voi che ne pensate?

Intanto ho trovato su un sito questa classifica con i tormentoni dal 1983 in poi. Eccola qui per voi, ne ricordate qualcuna?

 

1. Righeira – Vamos a la Playa (1983): La quintessenza del tormentone estivo. Frivolo, spensierato, orecchiabile… e con un ritornello che tutti quanti sono in grado di imparare al primo ascolto. In un estate post-atomica in cui il vento radioattivo spettina i capelli, i fratelli Michael e Johnson Righeira non desiderano altro che andare al mare a divertirsi.

2. Giuni Russo – Un’estate al mare (1982): A metà tra canzonetta e poesia, questo brano è frutto della collaborazione tra Giuni e il poliedrico Franco Battiato, uno che sa come coniugare spessore e leggerezza: in questo caso, parlare di “tormentone d’autore” non è affatto fuori luogo.

3. Gianna Nannini & Edoardo Bennato – Un’estate italiana (1990): Due delle voci più rappresentative della musica italiana degli ultimi anni uniscono i rispettivi talenti per celebrare i Mondiali di Italia ’90. Il risultato? Emozionante.

4. Los Lobos – La Bamba (1987): Bastano le prime note del rifacimento del brano di Ritchie Valens da parte dei Los Lobos, e immediata sopraggiunge la voglia di gettarsi in danze scatenate. Ma attenzione, per ballare La Bamba è necessaria un po’ di grazia…

5. Valeria Rossi – Tre Parole (2001): Tra rime baciate e un testo sbarazzino e facile da ricordare, questa canzone potrebbe tranquillamente essere inclusa in un manuale su come realizzare tormentoni estivi. Ma il successo di Valeria ha tre ingredienti ancora più semplici: sole, cuore e amore.

6. Eddy Grant – Gimme Hope Jo’anna (1988): Atmosfere reggae e caraibiche in questo successone dello storico musicista di origini guyanesi. E quando parte il ritornello, viene voglia di saltare come se la “Hope” che Eddy chiede a Jo’anna fosse un “Hop!”.

7. Fake – Donna Rouge (1983): Anni ’80 allo stato puro nella hit della band svedese che riscosse successo soprattutto in Italia. Sarà per quel “Voglio fare l’amore con te?” (e via dicendo) che si sente recitare nella nostra lingua da una voce femminile a metà del brano?

8. Alex Britti – Solo una volta (o tutta la vita) (1998): Una chitarra acustica, un minimo di voce e un falò in spiaggia attorno al quale radunare i propri amici. Non serve nient’altro per cantare questa canzone e riproporre le atmosfere e i ricordi di un’estate ormai lontana.

9. Katy Perry – I Kissed a girl (2008): Baci saffici e gusto per la provocazione in un tormentone come non se ne sentivano da tempo. E la carriera di Katy prende il via alla grande.

10. Snap – Rhythm is a dancer (1992): Il prototipo dei tormentoni tamarri da discoteca che dominarono le prime estati degli anni ’90, da Rhythm of the Night di Corona a What is Love? di Haddaway.

11. Ivana Spagna – Easy Lady (1986): Ivana Spagna si proclama una signora dai facili costumi e seduce le platee di mezzo mondo.

12. Raf – Self control (1984): Raf prima di essere Raf. O forse il vero Raf prima di diventare un nuovo Raf. In ogni caso non ha importanza, quel che conta è avere self control.

13. Sabrina Salerno – Boys (1987): Edonismo e voglia di vivere: la weltanschaung degli anni ’80 celebrata in una canzone e in un videoclip in cui le forme contano più della sostanza.

14. Ricky Martin – Maria (1997): Un, Dos, Tres… a furia di passetti in avanti Ricky Martin trascina mezzo mondo in un ballo latino che infiamma l’estate.

15. Righeira – L’estate sta finendo (1985): Il tormentone e la sua negazione: si avvicina l’autunno e con esso la fine di una stagione all’insegna della libertà. E forse i profetici Righeira già presagivano che era prossimo a giungere al termine un’intero periodo di illusoria euforia.

16. Dj Francesco – La canzone del capitano (2003): Gli esordi di Francesco “X Factor” Facchinetti, che invitava i pirati di tutte le spiagge italiane a muovere in alto la mano e a seguirlo all’arrembaggio dei matusa.

17. Kaoma – Lambada (1989): Un tormentone che è sesso allo stato puro. Con l’aiuto di un ballo sensuale la Lambada fa deglutire i timidoni dei cinque continenti… altro che Macarena!

18. Piotta – Supercafone ’99 (1999): Un pezzo trash e soprattutto fiero di esserlo che proietta da un momento all’altro il Piotta dalle cantine dell’hip hop underground alla luce dell’assolato (e affollato, proprio come le spiagge?) mainstream.

19. Lu Colombo – Maracaibo (1980): Rum, cocaina, trafficanti d’armi e… mare a forza 9. Che altro aggiungere?

20. Claudio Cecchetto – Gioca jouer (1981): Un tormentone, ma anche qualcosa di più di un tormentone. Sì, perché il surreale Gioca jouer di Cecchetto era allo stesso tempo una canzone, un ballo ma soprattutto un gioco collettivo.

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